Sta per cominciare l’ottava edizione di “Savona: i Giovani e la Scienza”, l’esposizione di esperimenti ideata e curata dall’associazione Giovani per la Scienza nella città della Torretta, promossa dal Comune di Savona e con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria. Come sempre l’ambientazione della mostra sarà l’affascinante e spazioso Palazzo del Commissario, nella struttura del Priamar di Savona. Dal mercoledì 18 ottobre, giorno dell’inaugurazione, al 25 compreso, i giovani scienziati savonesi esporranno e spiegheranno al pubblico i loro esperimenti, alcuni di questi ancora “work in progress”, coinvolgendo così gli spettatori anche nel processo della loro costruzione.
Gli esperimenti studiano le varie branche della scienza, dall’elettromagnetismo all’ottica, dalla meccanica classica alla matematica, alla chimica. Oltre all’esposizione, quest’anno l’evento include anche una prestigiosa conferenza dal titolo “L’osservazione della Terra alle porte dell’era dell’intelligenze artificiale” tenuta dall’Ing. Federico Letterio, che attualmente lavora presso XOOPLE, azienda nel settore dell’informazione geosatellitare, dopo un passato presso ESA (European Space Agency) e Deimos Space. La conferenza si terrà mercoledì 18 ottobre presso la Sala della Sibilla, sempre nella fortezza del Priamar, con inizio alle 16.
A seguito della conferenza verrà ufficialmente inaugurata l’esposizione, con la
possibilità di effettuare le prime visite. Nei giorni seguenti sarà possibile visitare l’esposizione secondo i seguenti orari. Giorni feriali: dalle 14:30/18
Prefestivi e festivi: dalle 10 alle 12:30 e dalle 14 alle 18.
La conferenza: L’Osservazione della Terra alle Porte dell’Era dell’Intelligenza Artificiale
Dagli albori dell’esplorazione spaziale l’Osservazione della Terra si è postulata come una delle discipline sulle quali più risorse si sono investite fino ad oggi. Altrettanto certo è che rispetto alle sue sorelle è probabilmente la meno conosciuta dal grande pubblico: i lanciatori, le missioni interplanetarie e l’esplorazione umana hanno certamente avuto nella storia un grandissimo impatto mediatico, fomentato dalla competizione fra USA ed URSS durante gli anni della guerra fredda prima e fra quella fra i multimilionari
oggigiorno. Chi non conosce le gesta di Yuri Gagarin, il primo uomo ad aver viaggiato nello spazio, o le missioni Apollo che con il Saturno V hanno portato Neil Armstrong a poggiare il primo passo sul nostro satellite, la Luna? O la Stazione Spaziale Internazionale che tanti astronauti ha ospitato, da Nespoli a Cristoforetti, da Vittori a Parmitano? Chi non ha mai visto le immagini delle innumerevoli sonde che hanno navigato attraverso il sistema solare per farci conoscere più da vicino i nostri pianeti o dei telescopi orbitali che ci hanno avvicinato alle origini dell’universo? Le Voyager che hanno ormai sorpassato i confini del sistema solare, Cassini con le sue immagini di Saturno, Giove e Juno, moderni telescopi Galileiani, gli svariati robot che hanno solcato il suolo marziano, i telescopi Hubble, Webb, Euclid, tutte missioni presenti consciamente o inconsciamente nel nostro immaginario collettivo.
L’Osservazione della Terra d’altro canto è nata come un’estensione di tecnologie già note e normalizzate nella quotidianità della seconda metà del secolo scorso. Un satellite che sostituisse le capacità già fornite da mezzi aeronautici come gli U2 per fare riconoscimento di territori di difficile accesso non suscitava lo stesso stupore di uno Space Shuttle. Ed è così che pochi sicuramente conosceranno le innumerevoli missioni che ci hanno portato ad approfondire fino a livelli inimmaginabili la conoscenza di svariati fenomeni che avvengono sul nostro pianeta: i vari Landsat, ERS, SPOT o Envisat del passato, o i Sentinel, Aeolus, Terra o Cosmo-Skymed del presente. Forse diversa sorte hanno avuto le varie famiglie di Meteosat che grazie al loro lavoro incessante ci donano un flusso continuo di informazione che permette ai servizi meteorologici di tutta Europa di fornirci le previsioni del tempo. Eppure, è proprio l’Osservazione della Terra la disciplina il cui impatto nelle vite di tutti noi è più diretto, continuo e presente. E forse proprio per questo più normalizzato e quindi meno percepito. Durante questo tempo assieme cercheremo di ripercorrere la storia di questa affascinante disciplina, per conoscerla meglio e capire quanti e quali siano i benefici che apporta alla nostra società nel giorno per giorno. E faremo questo cammino con lo sguardo rivolto al futuro, cercando di intuire come l’avvento dell’intelligenza artificiale e più concretamente degli algoritmi di machine learning possano incrementare l’impatto delle svariate osservazioni quotidiane che centinaia di sensori acquisiscono sistematicamente ed incessantemente. L’Osservazione della Terra con i satelliti è la disciplina spaziale il cui impatto nelle vite di tutti noi è più diretto, continuo e presente. La conferenza ne spiega la sua storia e il suo futuro.
Il relatore
Maturità scientifica (1999) e Laurea in Ingegneria Aerospaziale presso il Politecnico di Torino (2005). Master di Secondo Livello in Ingegneria dei Sistema Spaziale presso l’Università “La Sapienza” di Roma (2006). Dopo un breve apprendistato presso l’Agenzia Spaziale Europea (2006) Federico Letterio lavora presso l’azienda Deimos Space (Madrid) fino al 2022, dove si occupa prevalentemente di sviluppo di software per analisi di missione, dinamica del volo e processamento dati nell’ambito di missioni per le rientrate planetarie, navigazione satellitare ed osservazione della Terra. Attualmente lavora presso XOOPLE, azienda nel settore dell’informazione geosatellitare.