Quale prospettiva per il rilancio industriale della Val Bormida? È la domanda che il giornalista Gilberto Volpara, moderatore del confronto tra candidati alle elezioni regionali organizzato dall’Unione degli Industriali della Provincia di Savona, ha posto ai partecipanti all’incontro.
Primo a rispondere, in ordine cronologico, Sergio Lugaro, in rappresentanza di Luca Pastorino di Rete a Sinistra.
“La Val Bormida era un polo industriale. Può rilanciarsi. Io fisso il punto sul fatto che tutte quelle industrie che falliscono e che non lavorano più devono rimanere siti produttivi. C’è molto da fare con la green economy, molto da fare con il post consumo e il riutilizzo per quanto riguarda la carta, il vetro e la plastica. Piccole e medie imprese possono inserirsi in questa filiera, una nuova filiera fatta di green, in controtendenza con tutto quello che è stato fatto finora che era molto impattante per il territorio e soprattutto per gli abitanti”.
A seguire, l’intervento di Angelo Vaccarezza, in rappresentanza di Giovanni Toti, Forza Italia e coalizione di centrodestra.
“Anche su questo tema ci dovrebbe essere un po’ più di chiarezza. Credo che la Val bormida meriti rispetto. Spero non si parli al futuro, ma dobbiamo parlare di dieci anni di governo delle sinistre in Regione e bisogna parlare di quello che in dieci anni si è fatto in Val Bormida. In Val Bormida in dieci anni si sono infilati una serie di fallimenti uno dietro l’altro. L’ultimo, quando chiedo rispetto parlo di quello, noi avevamo un’operazione che si chiamava Toshiba, erano 200 posti di lavoro, che ci siamo guadagnati noi, fatti noi con dei tempi rapidi di risposta degli enti locali, i comuni e la provincia, questo ente inutile che il Signor Delrio, questo solone, ha eliminato perché era un ente che non riusciva a dare risposte. E questa operazione per una logica squisitamente e limitata genovese, si è tentato di portarla a Genova con l’incapacità manca di tenerla, e questa Regione l’ha persa. Per parlare di Val Bormida, prima bisogna cominciare ad avere rispetto della Val Bormida, quindi cominciare ad avere rispetto del Ponente di questa regione, che non può essere sempre quello che paga il prezzo per saldare i conti genovesi. E poi cominciamo a parlare: la Valbormida ieri era una terra nella quale c’erano infrastrutture, per la quale si andava e tornava in tempi rapidi. Come si fa a chiedere di fare impresa e continuare a fare operazioni fallimentari come quella di Ferrania, in cui mi piacerebbe capire qual è il risultato che oggi la Regione ci dice. In dieci anni, su Ferrania, cosa hanno fatto? Mi piacerebbe saperlo. Servono vie di comunicazione perché in Val Bormida ci si vada e torni in tempi europei. E poi potremo fare finalmente delle operazioni. Certo che se ne intercettiamo una, e ce la portiamo, e ce la portano via. Ce l’abbiamo fatta a tenere Noberasco, ma lì probabilmente non ce l’hanno proprio fatta a portarcela via”.
Dopo di lui, è intervenuta Raffaella Paita, candidata alla presidenza della Regione Liguria per il Partito Democratico, coalizione di centrosinistra.
“Ci sono infrastrutture che abbiamo realizzato in questi anni e che stanno per essere inaugurate. Sono infrastrutture importanti e sono le precondizioni alla possibilità per esempio per Noberasco, ho visitato tutte le realtà, ho trovato in tutte le situazioni anche un clima molto positivo. È chiaro che ci sono ancora tanti problemi, soprattutto di infrastrutturazione legata all’innovazione per quel territorio. Io farò una legge specifica sulla Val Bormida, che sia l’attuazione concreta di quei protocolli e accordi che sono stati stretti in passato, che a questo punto devono andare a sviluppare un incentivo specifico che verrà attuato tramite la nostra finanziaria di sviluppo, sul tema dell’innovazione, del cablaggio, della banda larga. Perché non rinuncio all’idea che quel territorio diventi il sito per eccellenza della presenza industriale dell’alta tecnologia di questa zona. Le infrastrutture nel frattempo le abbiamo fatte, voglio ricordare la variante, tutto l’asse stradale dove ora c’è Noberasco, la rotatoria ecc., ecc. e adesso però voglio creare le condizioni per l’infrastrutturazione di innovazione di quel territorio, che secondo me sarà la condizione per recuperare anche gran parte di quelle vicende che non sono andate a buon fine per ragioni internazionali, nazionali, è tanto complesso ridurre al solo ruolo della Regione, ma comunque non ho alcuna paura a dire che i prossimi anni di questa Regione dovranno cercare di rivedere anche l’impianto degli investimenti di quella realtà. Dopo le infrastrutture ora l’innovazione profondissima di quel territorio.
È stata quindi la volta di Alice Salvatore, candidata Presidente per il Movimento 5 Stelle.
“Per poter rilanciare un territorio come la Val Bormida bisogna attuare la pianificazione logistica, la pianificazione della mobilità che manca in Liguria. Manca un piano strategico che tenga conto delle problematiche paesaggistiche, urbanistiche. Quindi ad oggi la via su ferro non è assolutamente utilizzata, è sottoutilizzata per il conferimento delle merci, bisogna incrementare da quel punto di vista, e quindi facilitare il trasporto. Se per il trasporto di container sulla via su ferro noi utilizziamo solo il 10% le ferrovie di quella che potrebbe essere la capacità complessiva, e senza fare dei potenziamenti potremmo arrivare fino al 40%, dobbiamo chiederci se non c’è stata a monte una volontà politica di non far funzionare certe determinate realtà. Io trovo sempre una responsabilità politica da parte delle amministrazioni ogni volta che accadono dei fallimenti industriali, che tolgono e privano il nostro territorio di un patrimonio anche culturale di know-how. Assolutamente bisogna intervenire salvaguardando e tutelando questi prodotti e la capacità di produzione”.
A concludere il round di risposte sulla Val Bormida, Roberto Melone, in rappresentanza di Antonio Bruno, per Altra Liguria.
“Sembra che questa crisi di questo paese di questi territori siano il volere di qualche dio malefico. Sono in realtà scelte politiche che sono state fatte dalla finanza internazionale e dai governi che l’hanno assecondata. Sulla Val bormida credo che abbia sicuramente un futuro, ci mancherebbe altro: sicuramente le questioni infrastrutturrali sono determinanti, si tratta di capire come, perché ci vuole un ragionamento a 360 gradi sulla mobilità in questa regione, che non riguarda solo la Val Bormida, ma che sicuramente riguarda la Val Bormida. Per creare posti di lavoro non bastano né decreti né leggi, che possono aiutare e servono, ma servono investimenti pubblici e privati. Ma perché la FILSE che ha 340 milioni di euro in cassa li investe solo allo 0,09%? C’è qualcosa che non funziona. Eroga soltanto 75, secondo i dati del 2013, non mi invento nulla”.