L’on. Anna Giacobbe è intervenuta in merito alla proposta di riforma delle autorità portuali e sulla logistica.
“Il governo italiano è impegnato a favorire la ripresa della crescita economica, puntando su semplificazione, innovazione, valorizzazione delle eccellenze, espansione dell’occupazione. Il modo in cui agisce in materia di porti non corrisponde a quegli obiettivi”, ha affermato.
Da parte della parlamentare savonese, una critica:
“La mano destra sembra non sapere quel che fa la sinistra (altrimenti ci sarebbe davvero da pensar male): il ministero di Lupi ha illustrato oggi quello che è stato definito “il Bignami della riforma portuale” (mai avuto simpatia per i Bignami), documento che dovrebbe dare vita al Piano strategico nazionale della portualità e della logistica previsto dallo “Slocca Italia” (legge 164 del novembre 2014); nel frattempo dal Ministero per lo Sviluppo economico escono anticipazioni del provvedimento sulla competitività che prefigurano interventi che scassano il sistema delle relazioni tra imprese e lavoro nei porti (compagnie, servizi tecnico-nautici) e dei margini di iniziativa delle Autorità Portuali. d’altra parte, sull’autonomia finanziaria dei porti nessuna novità positiva.
Insomma, avere sottratto al Parlamento il compito di riformare regole e impianto del sistema logistico portuale non sembra avere sortito un buon effetto. Per quanto riguarda la Liguria, nelle ultime settimane si è percepito un clima per cui l’annessione di Savona a Genova sarebbe cosa fatta. Fatta come? E decisa da chi? Avevamo convenuto che la Regione avrebbe costruito una proposta condivisa su come realizzare una integrazione utile delle attività portuali liguri. Magari mi sono persa qualcosa, ma non risulta che sia ancora avvenuto.
Questo lascia spazio, nelle decisioni nazionali, alle logiche più oscure. Il documento di Lupi, scritto nel linguaggio allusivo che parla “a chi la sa già”, ci dice che negli accorpamenti si terrà conto delle specializzazioni (ma il governo locale non dovrebbe essere più forte dove c’è da gestire la complessità, e non a presidiare una specializzazione?) e delle aree/ambiti retrostanti; cosa significa concretamente? Se non si recupera razionalità e chiarezza, avranno la meglio i localismi più ingiustificati; e saranno sacrificati gli interessi sani delle comunità locali. La Regione Liguria faccia ciò che si era impegnata a fare; il Pd nazionale si occupi di porti e logistica con la determinazione e lo spirito innovativo che usa per altri argomenti: lo faccia parlando con i propri amministratori, le strutture di partito, i parlamentari democratici, e confrontandosi con le associazioni delle imprese e del lavoro. Altrimenti lasceremo le decisioni che contano in mano alle lobbies e agli apparati ministeriali; e l’interesse pubblico sarà sacrificato”.