Non c’è solo un articolo 18 ad essere sottolineato in blu sulle tavole delle leggi italiane, ma anche un articolo 28, definitivamente approvato e che farà sentire i suoi pesanti effetti a partire dai prossimi mesi. È quello del decreto legge 90 del 2014 che dispone una riduzione del diritto annuale che le imprese corrispondono alle Camere di commercio: -35% nel 2015, -40% nel 2016, per giungere al –50% nel 2017. Al Senato è inoltre in discussione il disegno di legge sulla riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche che all’articolo 9 prevede di riformare organizzazione, funzioni e sistemi di finanziamento delle Camere di commercio, lasciando intravedere la possibilità di un loro “svuotamento”, mettendone a rischio la sopravvivenza.
Il diritto annuale è la principale fonte di finanziamento della Camera di commercio di Savona, rappresentando circa l’80% dei ricavi complessivi (quasi 5,4 milioni nel 2014). La riduzione del 35% abbatterà questa somma a meno di 3,5 milioni, con minori disponibilità per 1,8 milioni di euro nel 2015 e ulteriori più marcate flessioni negli anni successivi.
Le minori risorse economiche – nonostante una progressiva riduzione dei costi per il personale, il contenimento delle spese di funzionamento e minori ammortamenti – costringeranno la Camera di commercio ad un sensibile ridimensionamento degli interventi economici, delle attività a favore delle imprese. La strada più semplice sarebbe stata quella di procedere ad una drastica riduzione, in linea con i ricavi, destinando a queste iniziative 1 milione di euro. Ma, nonostante tutto, è necessario agire, per senso di responsabilità e perché la situazione lo richiede. In quattro anni il numero delle imprese attive in provincia di Savona si è ridotto del 5,1%, causando un’emorragia occupazionale che, nello stesso periodo, ha più che raddoppiato il tasso di disoccupazione, portandolo dal 4,6 al 10,6%.
“La scelta dell’Ente – sottolinea il presidente della Camera di commercio di Savona, Luciano Pasquale -, in uno scenario economico che prevediamo resterà difficile anche nel 2015, è stata quella di investire di più, in funzione anticiclica, coprendo il disavanzo con le riserve. Sarà un intervento straordinario, che non arriverà ai 2,6 milioni stanziati quest’anno ma sarà quasi il doppio rispetto al milione che sarebbe stato compatibile con le entrate. Ma sarà anche un intervento irripetibile negli anni successivi se non cambierà il quadro delle risorse a disposizione”.
Il sistema economico ligure, nel suo insieme, perderà oltre 10 milioni di investimenti, che non potranno essere certo recuperati accorpando le quattro camere di commercio in una soltanto: mettendo assieme degli enti in difficoltà non si crea una forza.
Anticipando il disegno di legge sulla riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, le camere di commercio italiane hanno elaborato un progetto di autoriforma che indica un percorso che consolidi il sistema camerale rilanciandone le funzioni strategiche per la crescita delle imprese e dei territori.
“In questa prospettiva – sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Savona -, noi siamo impegnati a realizzare tutti i risparmi possibili e, nello stesso tempo, a ricercare ogni possibile fonte di nuovi ricavi. Gli interventi sul territorio saranno selezionati per settore e razionalizzati, con il coinvolgimento della Regione, di altri enti locali, delle fondazioni. L’incertezza della situazione ci obbliga a non andare oltre una programmazione annuale e, per quanto riguarda il 2015, la priorità di intervento sarà data al credito, all’export, alle reti d’impresa e alle iniziative scuola – lavoro”.
Un processo di riorganizzazione sta coinvolgendo anche le Aziende speciali camerali che hanno sede ad Albenga. Il Laboratorio chimico e merceologico, già autosufficiente e con buone opportunità di crescita, è stato scorporato, liberando risorse che saranno utilizzate per dare più servizi alle imprese. L’azienda speciale CeRSAA, il polo di sperimentazione e assistenza agricola, rappresenta un fiore all’occhiello tra i centri di ricerca del settore ed ha notevoli possibilità di sviluppo, che potranno essere ulteriormente migliorate con un lavoro di razionalizzazione nell’ambito di tutte le strutture regionali operanti con scopi analoghi.