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La portualità ligure, il futuro del porto di Savona e la politica

Differenti vedute sul progetto di riforma delle autorità portuali promosso dal Governo, ma un comune denominatore per tutte le forze politiche: il porto di Savona va tutelato e valorizzato. Nel confronto tra candidati organizzato dall’Unione degli Industriali della Provincia di Savona, la prima domanda è stata posta ai presenti proprio sulla tematica del destino dei porti liguri e, in particolare, della realtà di Savona-Vado.

“Secondo notizie riportate dagli organi di stampa, il Governo avrebbe pronta una riforma per un’unica autorità portuale ligure, che legherebbe Savona-Vado, Genova, La Spezia e Carrara. Vi piace questo disegno? Toscana e Liguria, ammesso che questo disegno vada avanti, dovranno parlarsi per decidere il presidente?”, è stato il quesito che il moderatore Gilberto Volpara ha sottoposto ai candidati partecipanti al dibattito.

Primo a rispondere Angelo Vaccarezza, in rappresentanza di Forza Italia e della coalizione di centrodestra guidata da Giovanni Toti.

“A noi la riforma non piace. Più che un raggruppamento ligure temiamo che sia un raggruppamento genovese. Tutte le cose che sono genovesi per quelli che abitano in questa terra sono viste con diffidenza. L’ultima volta che i genovesi sono venuti in massa in porto ce l’hanno riempito di pietre. Quel ricordo è andato avanti con la politica che poi è seguita. Sul fatto poi che ci sia autonomia nella scelta, insomma, noi ce lo ricordiamo bene di quando abbiamo provato a essere autonomi nella scelte del vertice del porto di Savona, credo che qualche ingerenza genovese l’abbiamo avuta. non siamo riusciti a essere autonomi quando lo eravamo realmente, figuriamoci se ci dovessero assorbire. Noi ci faremo carico della lotta per rimanere autonomi perché è normale e giusto che da parte di Genova si veda una difficoltà nel guardare Savona, qua loro sono riusciti a fare cose che a Genova non sono state fatte. Qui si sono raggiunti risultati che a Genova non sono arrivati. Questa riforma si combatte, si tenta di arrivare in fondo, e comunque io non ci vedo nulla di positivo”.

Dopo di lui, Alice Salvatore, candidata alla Presidenza della Regione Liguria per il Movimento 5 Stelle.

“È doveroso che ci sia una regia regionale che tenga presente tutte le autorità portuali contemporaneamente, però si tratta soltanto di una regia dal punto di vista del coordinamento, mettere in contatto le diverse realtà in modo tale da poter collaborare. Invece va mantenuta l’autonomia gestionale delle singole realtà. Il progetto di ampliarlo fino a Carrara è interessante e va valutato però insieme agli operatori portuali, naturalmente è un progetto da studiare. Però è necessario iniziare a vedere la Liguria come un territorio di insieme, visione d’insieme non più spezzettata per fare più forza anche a livello di mercato. Noi se siamo un ‘porto Liguria’ abbiamo una attrattività molto superiore, maggiore, rispetto a se ci poniamo sul mercato come singole e separate realtà portuali. Le autonomie gestionali, con coordinamento sotto la regia gestionale.

Quindi è stato il turno di Raffaella Paita, candidata alla Presidenza della Regione Liguria per il Partito Democratico e la coalizione di centrosinistra:

“La ratio di questa riforma la capiremo quando ci sarà davvero, il 26 maggio ne discuteremo tutti insieme perché Delrio sarà ospite in questa regione, e tutti gli operatori sono invitati a questo appuntamento. Sono sempre stata dell’idea che ci voglia una pianificazione regionale portuale, sono sempre stata dell’idea che l’autonomia dei singoli territori debba essere preservata. A ragion veduta, qui abbiamo investito moltissimo attraverso la piattaforma Maersk, adesso realizzeremo lo svincolo di Vado, faremo le opere infrastrutturali necessarie. Questo è un porto che può fare grandi numeri, complessivamente i porti della Regione Liguria possono toccare risultati straordinari attraverso lo sviluppo delle nuove infrastrutture e quindi noi lavoreremo per far sì che una logica di coordinamento ci sia, ma che questa non sia una condizione per far diventare l’autonomia dei singoli porti una chimera. Lavoreremo con questo spirito nel rapporto con il Ministro. Dunque sì al coordinamento generale, no alla rinuncia dell’autonomia. Devono essere garantiti degli spazi di autonomia per i singoli territori. Questa riforma, che non credo sia stata rappresentata giornalisticamente come realmente è, perché ho notizie un po’ difformi, e che sarà discussa il 26 insieme al Ministro, deve contenere questi due presupposti: il coordinamento, ma non la rinuncia delle singole identità. Nell’interregno, in questo momento tutto rimane come è e si lavora per cercare di trovare insieme una soluzione. Penso che le cose stiano un po’ differentemente da come sono state rappresentate. Tuttavia, la logica che mi muove è molto chiara: sì al coordinamento, non alla rinuncia dell’autonomia, in particolar modo a Savona”.

La parola è poi passata a Sergio Lugaro, in rappresentanza di Luca Pastorino, candidato Presidente per Rete a Sinistra.

“Il porto di Savona, una volta superata la crisi degli anni ’80, è un porto in espansione. Basta prendere i dati 2013-14, ha una movimentazione di 82 mila container, pari a +5%, rispetto all’anno precedente, e un milione e 390 mila passeggeri tra crociere e non, un incremento dell’8%. Non sto a fare giri di parole: il porto deve mantenere la sua autonomia attuale, anche di poltrona. Il porto va avanti con le sue qualità, le sue potenzialità, le sue energie. Magari c’era un vecchio piano strategico, per mettere in sinergia tutti i porti, e quello va ripreso. È il buon senso non è la lontananza politica. Non vado dietro ai populismi che dicono eliminando poltrone si elimina un aspetto economico importante. L’aspetto è l’efficienza, la qualità che può dare il porto di Savona, anche in futuro con la piattaforma”.

A concludere il giro di risposte sul tema del porto, Roberto Melone, in rappresentanza di L’Altra Liguria, che candida Antonio Bruno.

“Penso di condividere quanto detto da Lugaro. L’autonomia dei territori vale per il porto così come vale su tante altre questioni. Detto questo, credo che però occorra, come su tante altre questioni, una capacità di sinergia con le altre realtà portuali della nostra regione e non solo della nostra regione. L’autonomia che vale per il porto di Savona e che vale su tante altre questioni – io penso al servizio idrico, per citarne una – sia assolutamente una cosa che deve rimanere”.

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