Grandi aspettative per l’assemblea annuale dell’Unione degli Industriali della Provincia di Savona, in programma il 27 settembre nella Fortezza del Priamar, alla presenza del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, la vice di Confindustria Antonella Mansi e Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi di Confindustria, oltre che, in veste di ospiti istituzionali, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e la neo sindaco di Savona, Ilaria Caprioglio. Gli argomenti da trattare saranno molti, anticipa Elio Guglielmelli a SVolta.net
L’assemblea giunge in periodo di grande trasformazione. Quale sarà il vostro appello alla politica?
“La presenza di figure di primo piano e con grandi responsabilità sottolinea quanto resti strategico il ruolo di Savona nonostante le drammatiche difficoltà di oggi. L’assemblea segna un momento di riflessione in vista di un autunno con molti nodi da sciogliere e non è un caso che la nostra volontà sia proprio quella di puntare sul lavoro. Il territorio ha perso troppa occupazione, non abbiamo più tempo. L’inversione di tendenza deve essere urgente e immediata”.
Tra le questioni aperte spiccano il futuro di Tirreno Power, ma anche quello di Piaggio, Bombardier e Italiana Coke.
Tre partite che significano occupazione e reddito per centinaia di persone.
“Si tratta di temi molto diversi tra loro, ma è certo che il Savonese non può permettersi la perdita di imprese e lavoratori, caratterizzati da un’alta specializzazione e da filiere produttive. L’Unione Industriali darà il proprio supporto e contributo ad una positiva soluzione delle situazioni di crisi, con l’auspicio che la politica, dalla Regione alle città, abbia voglia di confrontarsi e dialogare perché il territorio possa ripartire. Ma non si può prescindere dal dato nazionale: è il Paese che deve rendersi più attrattivo e produttivo, senza una politica industriale nazionale basata sul recupero della produttività e, di conseguenza, anche dell’attrattività dei territori, non si va da nessuna parte. In tutti i casi citati, la mancanza di una politica industriale sull’energia nel caso di Tirreno, un non chiaro indirizzo politico industriale di Finmeccanica per Piaggio, una scelta di acquisti mirata ai ribassi più che alla qualità dei treni per Bombardier e la lentezza nella soluzione delle questioni legate alla siderurgia per Italiana Coke sono temi nazionali, cui si accompagna la radicale modifica degli ammortizzatori sociali che rende alcune situazioni particolarmente critiche”.
La novità politica d’inizio estate è giunta dalla città di Savona con un nuovo sindaco per la prima volta al femminile e dopo due decenni nuovamente di centro destra.
“Registriamo grandi aspettative su Ilaria Caprioglio. La sua positività e lo spirito costruttivo possono costituire una forza per Savona e una speranza per i tanti che si sono disaffezionati alla politica”.
Quale dovrà essere la priorità della neo prima cittadina?
“Savona è una città di mare con un porto che crea traffici e lavoro. La riforma del governo non ci ha convinto e non è un segreto. Adesso, spetta anche alla Regione di concerto con la nuova amministrazione civica ribadire il peso e l’apporto del nostro scalo all’interno della nuova Autorità di Sistema. Inoltre, con la continua riduzione delle capacità delle Province di essere elemento aggregatore dei territori, questo compito deve essere assunto dal sindaco del comune capoluogo: un ruolo delicato ed essenziale, di raccordo e propulsivo, d’intesa con i sindaci dei comuni che costituiscono l’asse orizzontale costiero, da Vado-Quiliano alle Albisole, e l’asse verticale verso la Valle Bormida. Molto banalmente, parlare di “industria o politica industriale del comune di Savona” non ha senso se non si guarda ad un territorio più vasto. D’altronde aree per accogliere un’azienda manifatturiera di grande dimensione, se si guardasse solo a Savona, non ci sono, mentre si possono trovare a poche centinaia di metri oltre i confini comunali o nella Valle Bormida. Analoghi ragionamenti vanno fatti per le politiche turistiche e di attrazione del territorio, ad esempio”.
Intravede ulteriori rischi per l’economia savonese con il post Brexit?
“Certamente è una vicenda preoccupante. Gli effetti non saranno immediati sul territorio, ma è una decisione che non fa bene all’economia, così come non hanno fatto bene le sanzioni alla Russia. Alla fine, sia pure non direttamente, un rallentamento industriale colpisce anche le nostre aziende.”
Ci sarà spazio anche per la discussione sull’imminente referendum di ottobre?
“Parleremo di ogni aspetto che possa aiutare la creazione di lavoro. L’indicazione del presidente di Confindustria e recentemente approvata dal Consiglio Generale è stata chiara: semplificazione e velocizzazione del percorso decisorio politico e amministrativo sono la priorità”.
La ripresa economica tanto evocata è reale?
“Ci sono segnali che mostrano una timida inversione di tendenza, ma ancora troppo poco perché tutto questo venga percepito a livello generale. Poi, ogni volta che si prova a ripartire capita sempre qualcosa, fuori della nostra portata, tipo la Brexit, che mina la fiducia degli investitori e il mercato dei capitali, essenziali per fare impresa. Serve quello che come Unione Industriali di Savona continuiamo a ripetere da troppo tempo, meno burocrazia sulle imprese, maggiori politiche a sostegno degli investimenti e della produttività, più credito alle imprese”.