Meno burocrazia e più attenzione alle esigenze delle imprese che sono sul territorio. Per trovare il punto d’incontro ideale tra i giovani diplomati che cercano lavoro, e aziende che cercano nuovo personale qualificato. Lo ha affermato Alessandro Berta, direttore dell’Unione degli Industriali della provincia di Savona, a margine dell’incontro “I fabbisogni di professionalità per l’industria”, svoltosi nella sede UISV, alla presenza di Ilaria Cavo, assessore alla formazione della Regione Liguria.
Un incontro sicuramente importante, ha spiegato Berta ai microfoni di SVolta.net, perché l’ente regionale è “un soggetto che gestisce – anche tramite quelle che prima erano le Province, oggi in modo accentrato – i fondi delle FSE, che servono per finanziare sia la formazione continua dei lavoratori, sia la formazione dei disoccupati”.
“Quello che cercheremo di evidenziare è che c’è un’esigenza di formazione di tecnici, nell’ambito di quelli che sono i soggetti che devono entrare in azienda a sostituire già soltanto nel normale turnover. Gli istituti tecnici della nostra provincia producono circa 180 diplomati tecnici l’anno, e soltanto il turnover delle nostre aziende manifatturiere è di circa 135-150 addetti diplomati tecnici da sostituire. Oltre a quelli, evidentemente, ci sono le esigenze di nuove assunzioni e quindi di figure specifiche”, ha evidenziato il direttore dell’Unione Industriali.
Fondamentale l’incontro tra le esigenze delle aziende e i corsi finanziati.
“Una delle problematiche che abbiamo riscontrato è che non c’è un perfetto match, una perfetta sovrapposizione tra quelle che sono spesso le esigenze delle aziende di assunzione e formazione dei propri lavoratori e quelli che sono i corsi finanziati. Spesso accade che l’azienda abbia bisogno di lavoratori formati per determinate professionalità, ma nel momento in cui fa un investimento spesso questo non coincide con i finanziamenti di corsi specifici, o addirittura non ci sono corsi specifici. Quello che chiediamo, quindi, è una forte sburocratizzazione, una forte attenzione a quelli che sono i tempi di esigenza delle aziende per poter riuscire a dare risposte non soltanto in termini di orientamento, ma anche in termini di finanziamento delle esigenze di occupazione dei giovani, per riuscire a costruire dei giovani che possano essere pronti per entrare in azienda”.
Un modo per mantenere i giovani del territorio, a lavorare per le aziende sul territorio.
“Serve anche poter mantenere qui le nostre aziende, le multinazionali e le grandi aziende che hanno necessità anche solo per il turnover di sostituire i lavoratori in uscita, o che hanno bisogno di nuove professionalità per nuove linee. Evidentemente se trovano sul territorio una risposta forte dal mondo formativo e dal mondo della scuola, sono in grado anche di rimanere sul territorio. Se hanno forti difficoltà – o molto forti difficoltà come per alcune figure – a trovare le persone adatte sul territorio, potrebbe anche essere che decidano di spostarsi da un’altra parte. Quindi, la risposta della scuola e della formazione è fondamentale per costruire intorno alle aziende quelle risposte necessarie dal punto di vista territoriale, per evitare da una parte che i ragazzi vadano via e, dall’altra, fare sì che le aziende possano trovare qui le risorse necessarie”.