Segnali positivi emergono dai dati del settore della nautica, presentati nell’ambito del convegno “Boating Economic Forecast/ La resilienza della nautica. Quali scenari per il settore nell’era del new normal?”, a cura dell’Ufficio Studi di Confindustria Nautica, con Fondazione Edison, Assilea e EBI – European Boating Industry.
La Nautica in Cifre, la pubblicazione di Confindustria Nautica, patrocinata dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, giunta alla 41esima edizione si trasforma da annuario statistico in collana editoriale.
“Con l’ingresso di Monitor, il rapporto previsionale edito a metà dell’anno nautico, la storica edizione autunnale prende il nome di LOG. – spiega Stefano Pagani Isnardi – Come il log indica la velocità dell’imbarcazione, LOG mostra l’andamento del mercato dell’industria nautica, analizzandone con precisione i dati di consuntivo, in questa edizione relativi alla chiusura dell’anno 2019”.
+17%, +19%, +13%, +10%, +12%: questa è la straordinaria performance di crescita dell’industria nautica italiana negli ultimi cinque anni. Anche il 2019 si chiude con un incremento a doppia cifra, portando il fatturato del comparto a 4,78 miliardi di euro (+12% rispetto 2018), un valore quasi doppio rispetto ai minimi del 2013/2014 e superiore alle stime effettuate nel mese di febbraio.
Aumenta anche il numero degli addetti effettivi del comparto industriale (per un totale di 23.510, + 5,4% sul 2018, e parte degli oltre 180.000 addetti della filiera), così come il contributo della nautica al PIL (2,22‰, in aumento del 11,9% rispetto all’anno precedente). La ripartizione del fatturato per comparto vede il 64,4% alla cantieristica, il 27% agli accessori e l’8,6% per i motori.
Carlo Mescieri, Presidente Assilea:
“Nel 2020 tutti i settori del leasing e del noleggio a lungo termine hanno un segno negativo, come lo ha il PIL del nostro Paese, e lo stipulato complessivo segna un -25%. Tutti tranne la Nautica che, nei primi nove mesi del 2020, ha già fatto tutti i volumi del 2019 (+30%). E’ un forte segnale anche per il Governo, chiamato a disciplinare il nuovo regime fiscale del leasing nautico. Per quanto riguarda le tendenze, emerge come i contratti diretti a persone fisiche crescano mentre sono in calo quelli diretti a società di noleggio, un ulteriore elemento che nasce da uno scarso appeal fiscale che deve far riflettere il decisore pubblico. Riguardo alla distribuzione sul territorio, se prima il Nord dominava, oggi, è in netta crescita al Sud e le Isole (+30%) favorito dalle politiche di investimenti infrastrutturali nel Meridione. In questo modo, il leasing nautico contribuisce all’obiettivo di “coesione territoriale” fissato dal Governo all’interno delle principali aree di intervento di cui al Recovery Fund”.
Saverio Cecchi:
“Come accennava il collega Mescieri, manca poco alla scadenza del 1 novembre per determinare le nuove regole fiscali. E’ una sfida per il Paese che dal leasing introita poco meno di 75 milioni di euro di IVA l’anno, che potrebbero essere dirottati in altri Paesi UE. Intanto tutti i contratti di leasing che verranno stipulati entro il 30 ottobre beneficeranno delle regole attuali, grazie al provvedimento dell’Agenzia delle Entrate dello scorso 30 settembre”.
Il prof. Marco Fortis ha delineato il quadro del commercio con l’estero che conferma le imbarcazioni da diporto italiane nella top ten dei prodotti – con saldo commerciale superiore al miliardo – il cui export è cresciuto di più negli ultimi vent’anni, con un nono posto assoluto.
Le elaborazioni di Fondazione Edison su dati Istat e ITC-UN Comtrade, nella classifica 2019 degli esportatori mondiali nel settore della cantieristica nautica, posizionano l’Italia al secondo posto, con 2,6 miliardi di dollari e il 15% di quota export mondiale, in crescita del 19,6% rispetto al 2018. Per quanto riguarda il saldo commerciale nel settore della cantieristica nautica, l’Italia si classifica invece prima, con un totale complessivo 2,2 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda i principali mercati esteri, al primo posto si trovano gli USA con il 15,9% delle esportazioni dall’Italia di unità da diporto, per un valore di 386 milioni di dollari.
Per l’anno nautico appena concluso (31 agosto), emerge una distribuzione dei trend di variazione di fatturato molto eterogenea: l’11,5% del campione stima una crescita oltre il 15%, il 17,9% fino al 15%, il 21,7% una sostanziale stabilità, il 32,6% una riduzione di fatturato fino al 15% e il 16,3% oltre tale soglia.
L’Ufficio Studi di Confindustria Nautica ha realizzato un’indagine su un campione significativo di aziende associate rappresentative dell’industria nautica italiana per valutare il trend dell’anno 2020.
Rispetto alle stime effettuate durante il lockdown, che ipotizzavano una riduzione del fatturato di almeno il -13%, questa distribuzione dimostra una forte differenziazione degli impatti dell’emergenza sanitaria sulle nostre imprese. E’ pertanto ancora possibile una chiusura dell’anno solare 2020 con una tenuta complessiva del settore.
Il periodo compreso fra il Salone Nautico di Genova e quello di Düsseldorf a gennaio, con la prenotazione degli stock per la prossima stagione e i nuovi ordinativi per il segmento dei grandi yacht, risulta pertanto strategico per determinare il trend finale per l’anno solare 2020, nonché per creare le basi necessarie per la prossima stagione. Sempre dall’indagine campionaria, emerge inoltre un quadro di maggiore fiducia per il 2021: 8 imprese su 10 vedono il prossimo anno su livelli di stabilità o di crescita del fatturato.
In questo quadro, il ruolo del 60° Salone Nautico si rivela strategico per lo sviluppo effettivo del mercato che da Genova può trovare la spinta necessaria per assicurare fiducia agli operatori ed entusiasmo nei diportisti.
Anche a livello europeo, come confermato da Philip Easthill, Segretario Generale EBI – European Boating Industry, l’associazione che rappresenta l’industria nautica europea, l’impatto dell’emergenza sanitaria sulla stagione turistica estiva è stato meno negativo di quanto temuto e ha registrato un crescente interesse per le attività diportistiche, anche da parte di nuovi utenti
Francesco Tilli, Chief External Relations Officer di SIMEST, ha delineato i nuovi strumenti a disposizione delle imprese che possono essere usati in questo momento di incertezza.
“Era essenziale – ha dichiarato – adeguare gli strumenti a questi tempi rinnovati. Strumenti che hanno una lunga storia ma che sono stati in questi mesi adeguati alle necessità delle aziende in un’ottica di ampliamento, potenziamento, digitalizzazione. Non solo, il decreto emanato ad agosto, di cui aspettiamo gli strumenti attuativi, prevede espressamente delle misure di sostegno per gli enti fieristici, con l’obiettivo di sostenere e dare nuovo slancio alle aziende”.
A conclusione, Marco Fortis, riguardo alle aspettative per il futuro, ha dichiarato:
“Gli scenari sono ancora molto incerti. Le stime sono costantemente adeguate. La pandemia è ancora un’incognita. Dal 2015 al 2018, e una parte del 2019, abbiamo avuto una fase molto importante di ammodernamento, l’Industria 4.0. Siamo arrivati alla pandemia con il nostro export che è stato l’ultimo a doversi scontrare con la realtà. Abbiamo un sistema molto competitivo che si è orientato sempre più sull’innovazione, anche a livello delle piccole e medie imprese. Le nostre imprese sono in pole position non appena riprenderà il mercato internazionale. La vera sfida dei prossimi anni è la crescita di tutto il tessuto economico, nonché la digitalizzazione e ammodernamento della pubblica amministrazione”.