Grande alleanza nell’edilizia savonese. Ance Savona, Confartigianato Savona e Cna Costruzioni Savona hanno concluso un accordo rivolto a creare un fronte comune nei confronti degli interlocutori istituzionali. A sottoscriverlo, nella sede dell’Unione Industriali, i presidenti Gianfranco Gaiotti, Renzo Siri e Giorgio Grillo, assistiti dai segretari Dario Amoretti, Mariano Cerro e Gianni Carbone.
L’accordo, oltre a prevedere una compartecipazione unitaria nei confronti dei “decisori” pubblici e privati a sostegno delle comuni politiche di settore e ad attribuire alle organizzazioni artigiane la necessaria rappresentatività negli organismi paritetici, armonizza i temi contrattuali affidati a due distinti contratti nazionali di lavoro, garantendo ai lavoratori appartenenti al settore dell’edilizia uniformità di trattamenti economici e normativi.
Condivisa da tutti, inoltre, la necessità di giungere alla convocazione di una sorta di “stati generali dell’edilizia”, coinvolgendo anche le organizzazioni sindacali, anche in conseguenza della più grave crisi economica e occupazionale del dopoguerra. Il settore delle costruzioni esce da sette anni di crisi dimezzato sia come numero di imprese sia di occupati, con un ulteriore calo, nell’ultimo anno, di circa il 13% degli occupati e la chiusura di decine di imprese, coinvolgendo un vasto indotto di lavoratori autonomi, progettisti, tecnici, consulenti, fornitori di materiali e di attrezzature.
Nel corso dell’ultima assemblea di Ance Savona, il presidente Gaiotti aveva sottolineato come diminuiscono ancora, in misura maggiore rispetto alle percentuali nazionali e regionali, le imprese iscritte alla Cassa Edile di Savona, cioè quelle con dipendenti (-11,2%) e come sia in flessione per il terzo anno consecutivo anche il totale delle imprese edili iscritte alla Camera di Commercio, composto per la maggior parte da artigiani autonomi (-1,2%).
Mentre quindi in precedenza il fenomeno di crescita era parzialmente alimentato da ex dipendenti che si mettevano (o venivano messi) in proprio, la crisi ha disincentivato anche questa migrazione. Il fatto che questo si verifichi in percentuale ridotta rispetto alle imprese più strutturate è dovuto anche a un mercato del lavoro che, in presenza della crisi, ha visto accentuarsi i fenomeni distorsivi nei confronti dei quali non si vedono particolari segnali di attenzione.
Il lavoro nero costituisce una aggravante a tutti i fattori della crisi, che sta dando il colpo di grazia al settore delle ristrutturazioni e delle manutenzioni, ormai retaggio di pseudo imprese che si propongono con un costo orario della manodopera fino a 5 euro. Rimane, in tutta la sua gravità, la constatazione che in 7 anni il numero delle Imprese con dipendenti è praticamente dimezzato passando da 998 nel 2007 a 519 nel 2014.
(anche su Savona & Impresa n. 3 / 2015)