Un fine settimana all’insegna di grandi eventi per il Museo dell’Arte Vetraria di Altare.
Sabato 11 novembre, alle ore 16, “Storia di un restauro”. Torna in esposizione dopo un delicato restauro il portaombrelli rosso rubino opera del maestro Isidoro Bormioli detto “Dorino”.
Realizzato su disegno di Enrico Bordoni con la collaborazione di Sebastiano Rabellino, e molato a punta di diamante da Pietro Moraglio, questo oggetto di grandi dimensioni ha partecipato all’Esposizione Universale di Parigi del 1937.
Dopo alcuni anni di assenza, il portaombrelli torna in esposizione grazie al restauro promosso dal Polo Museale della Liguria e curato dalla restauratrice Patrizia Buonadonna. Durante la presentazione, la direttrice Serena Bertolucci illustrerà le attività del Polo Museale della Liguria
Inoltre, dalle 14 alle 18, il maestro Jean-Marie Bertaina sarà al lavoro nella fornace di Villa Rosa.
A seguire, presentazione della bottiglia commemorativa realizzata in occasione di San Martino, festa legata all’antica arte della lavorazione del vetro: proprio il giorno di San Martino,nei secoli passati, si accendevano le fornaci e iniziava il periodo lavorativo dei vetrai che si concludeva il 24 giugno, giorno di San Giovanni.
Le bottiglie sono caratterizzate da un’etichetta artistica, diversa ogni anno, realizzata dagli studenti del master in packaging dell’Istituto Europeo di Design, in occasione di un concorso dedicato. La bottiglia, realizzata in collaborazione con Verallia, contiene Nebbiolo della cantina Fontanafredda di Serralunga d’Alba.
Domenica 12 novembre torna la tradizionale Fiera di San Martino, con bancarelle varie, artigianato e punti di ristoro per le vie del paese, oltre ad attività per bambini, e musica dal vivo.
Il Museo sarà aperto dalle 10 alle 18 con orario continuato. Dalle 14 alle 18, i maestri Elio Bormioli e Jean-Marie Bertaina con Vincenzo Richebuono mostreranno ai visitatori l’antica tecnica della soffiatura del vetro in fornace.
Anticamente la lavorazione del vetro si svolgeva da San Martino (11 novembre) a san Giovanni (24 giugno). Nei restanti mesi le fornaci venivano approvvigionate di legna, combustibile usato allora per fondere il vetro, e di altre materie prime. L’accensione dei forni era un vero e proprio rito. Il parroco, accompagnato da due chierichetti vestiti da angioletti che portavano ciascuno un cero benedetto, seguito dai consoli dell’università e dai maestri vetrai, si recava in tutte le fornaci e con i ceri benedetti appiccava il fuoco ai forni, che dopo un lento preriscaldamento erano pronti per la fusione del vetro. Oggi ad Altare si ricorda ancora questa tradizione con la Fiera di San Martino e la lavorazione del vetro nelle fornaci di Villa Rosa.
Prosegue inoltre fino a domenica 12 novembre la settima edizione di Altare Vetro Design. Protagonista della rassegna annuale, entrata ormai tra gli appuntamenti fissi nel circuito di appassionati ed addetti ai lavori, è Alessandra Baldereschi, designer milanese nota a livello internazionale, inserita già nel 2010 tra i dieci migliori designer di nuova generazione, che propone una sua particolare e poetica interpretazione del «materiale» vetro, declinata con la collaborazione del maestro vetraio Jean-Marie Bertaina e di Vincenzo Richebuono.
Sostenuta da una progettualità rigorosa, attenta alla funzione degli oggetti e alle caratteristiche dei materiali, si ispira al mondo delle fiabe, un mondo rassicurante, riconoscibile, fortemente evocativo dalle forme morbide, i colori allegri, le linee avvolgenti.