Suo è il brano – composto da un amico trombettista – che ogni giorno fa da sigla alla popolare trasmissione “Tra poco in Edicola” di Rai Radio 1, e suo è lo zampino dietro numerosi pezzi celebri che negli ultimi anni hanno raggiunto le orecchie degli italiani appassionati di musica. Ha all’attivo numerosi dischi, e due nuovi album sono in uscita, oltre a una importante tournée nel Sol Levante, ormai alle porte. A dispetto della crescente popolarità, Alessandro Collina tende a stare in disparte rispetto alla luce dei riflettori, lasciando parlare la sua musica.
Docente del Centro Scolastico Diocesano “Redemptoris Mater” di Albenga, Collina, classe ’67, originario di Alassio ma albenganese d’adozione, prosegue la sua ascesa nella scena jazz mondiale. Diplomato in piano jazz a Nizza, direttore artistico per “Le Rapalline In Jazz” e organizzatore di diverse iniziative dedicate alla musica sul territorio ligure, tra le quali spicca l’appuntamento estivo dell’Albenga Jazz Festival nato nel 2011, ha già collaborato con la “Conte Bigband” diretta da Giampaolo Casati, e con diversi artisti quali Gianni Basso, Emanuele Cisi, Claudio Capurro, David Amar, nonché con la star di fama mondiale Paul Jeffrey, che ha accompagnato in tour in Europa. Nel 2009, ha registrato con la sua band il disco “We See” Monk Tribute (Imago Records), iniziando anche a collaborare con Andy Gravish e Mike Campagna, con i quali ha dato vita al progetto “5 AM”; lo stesso anno, è stato invitato dai fratelli Luis e Philippe Petrucciani a suonare con loro nel decennale della scomparsa di Michel Petrucciani, un tour intenso con numerose tappe nei migliori festival italiani.
Oltre all’insegnamento, ai tour e agli studi di registrazione, Collina è una presenza fissa in una delle capitali del glamour internazionale. Dal 2006 a oggi, infatti, si esibisce regolarmente al “Bar Américain” dell’Hotel de Paris di Monte-carlo, di fronte a un selezionatissimo pubblico proveniente da tutte le latitudini.
“Nel 2011 ho avuto anche l’onore di essere scelto tra i gruppi che si sono esibiti in occasione del matrimonio del Principe Alberto, in mezzo ai reali di tutto il mondo: è stata un’esperienza unica”, racconta tradendo un po’ di emozione.
Discendente da una famiglia di musicisti – iniziò a suonare pianoforte sotto la guida dello zio, Maestro Ubaldo Giardini, mentre suo nonno si trasferì nella Città del Muretto agli inizi del ‘900 per suonare a contratto per il Casinò di Alassio – Alessandro Collina vive la notorietà senza montarsi la testa.
“Questo è un genere per il quale bisogna tenere un basso profilo. È una caratteristica che hanno mantenuto anche i big: basti pensare a Sonny Rollins, un caposcuola famoso in tutto il mondo, che ha suonato e lavorato per poter stare bene e regalare serenità alla sua famiglia. Nel jazz non c’è la ricerca spasmodica del successo e dell’affermazione: ti permette di vivere in maniera normale”.
Il suo ultimo disco “Michel On Air”, tributo a Michel Petrucciani realizzato al fianco di Rodolfo Cervetto (batteria), Marc Peillon (contrabbasso) e Fabrizio Bosso (tromba), ha riscosso grande successo negli Usa, piazzandosi in 28esima posizione nelle classifiche jazz americane, un traguardo raggiunto da pochissimi artisti italiani ed europei. Un’impresa importante, affiancata anche dalla lusinghiera recensione su “Downbeat”, la più autorevole rivista statunitense del settore, che ha riservato loro ben quattro stelle.
(Cri. Bos.)