“La prima impressione che hanno i norvegesi? Gustare qualcosa di buonissimo”.
Lo racconta chi, da Albenga, ha saputo guardare a gran parte dell’Europa grazie al basilico. Non solo più mercato italiano, francese, tedesco o belga: adesso, il pesto della Piana guarda alla Scandinavia. Merito del lavoro di Roberta Tortello e del marito Andrea che hanno inseguito un prodotto di estrema qualità basato su materie prime casalinghe in grado di far applaudire i palati nordici. Il nome? Non è uno scherzo:
“Pestone, un po’ per gioco e un po’ per divertimento esattamente come la nostra professione che ci regala quotidianamente grandi soddisfazioni”.
E così Pestone sbanca con una grande fatica che è tutta sulle spalle dei due ragazzi:
“Un domani, chissà, potremmo permetterci anche un collaboratore”.
Ma intanto con la produzione interna a una delle primissime serre di metallo della Piana si viaggia con determinazione. Pestone convince, Andrea e Roberta sono un vulcano di idee: almeno 100 chili di pesto a settimana, 95 mila euro di fatturato annuo e una struttura abbinata al laboratorio di via Ruffini in continua evoluzione con illuminazione a raggi infrarossi.