Vado Ligure. Nessun calo delle polveri dopo il fermo della centrale a carbone Tirreno Power. Anzi, stando ai dati ufficiali raccolti dalle centraline Arpal, i livelli di polveri sottili PM10 e PM2,5 sono aumentati nella zona di Vado-Quiliano a seguito della chiusura dell’attività della centrale Tirreno Power, avvenuto lo scorso 11 marzo.

Come sostenuto dal report di Greenpeace condotto dall’Università di Stoccarda, e dagli stessi consulenti della Procura della Repubblica, il principale danno alla salute deriva dalle polveri sottili PM10 e PM2,5: stando agli esperti, la quota di polveri sottili primarie per una centrale a carbone è solitamente cospicua; per una centrale di medie dimensioni, come appunto quella savonese da 660MW, il contributo è calcolabile come pari al 35% del totale, a fronte di un 22% per il traffico veicolare, del 15% per le altre industrie, e del 12% del riscaldamento domestico. Alla luce di questi elementi, il fermo della centrale Tirreno Power avrebbe dovuto causare un calo delle polveri di circa il 35%. Tuttavia, i dati reali dimostrano che le polveri, dopo l’interruzione dell’attività, non sono diminiuite, ma anzi sono aumentate.

I numeri si riferiscono al periodo 11 marzo – 10 luglio degli anni 2013 e 2014, messi a confronto: per quanto concerne PM10, Quiliano passa da M= 17,64 del 2013, a M= 19,06 del 2014. Sulla stessa linea d’onda anche Vado, da M= 20,46 nel 2013 a M= 22,99 nel 2014. Analogo discorso per il PM2,5: Quiliano passa da M= 10,97 nel 2013 a M= 11,21 nel 2014, Vado da M= 11,88 dell’anno passato a M= 12,61 dell’anno in corso. Mentre per quanto concerne il biossido di zolfo (valore medio giornaliero 125 µg/m3), la situazione nel medesimo periodo vede Quiliano passare da M=5,16 nel 2013 a M= 3,98 nel 2014, mentre Vado da M= 5,52 dell’anno scorso a M= 4,63 di quest’anno. In questo ultimo caso, si è avuta una riduzione di una media circa di 1µg/m3 su un valore massimo di 125 µg (stabilito per la difesa della salute e dell’ambiente).