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Savona tra etica ed economia, ma solo in tre su sette fanno il nome di futuri assessori

A domanda specifica che richiede nome e cognomi di alcuni componenti della futura giunta rispondono soltanto tra candidati. Inizia il rappresentante socialista Giancarlo Frumento: “Aureliano Pastorelli, presidente della ginnastica quilianese, sarà assessore lo sport”. Replica Ilaria Caprioglio del centro destra, seppur senza rivelare la delega: “Qui in sala c’è il capolista della lista civica dott. Franco Perona, che ha un’alta competenza, mi piacerebbe che lui potesse prendere un assessorato. E personalmente potrei assumermi la delega al sociale”. Chiude Giorgio Barisone dei Comunisti Lavoratori senza riferimenti specifici, ma sottolineando che non avrebbe problemi a menzionare chi sta per chiudere un negozio, perché oberato dalla burocrazia, come titolare del commercio o chi è stato sfrattato come responsabile dell’edilizia. Per gli altri silenzio con risposta declinata a metà tra competenze ed esiti elettorali. L’unica aggiunta arriva dal pentastellato Salvatore Diaspro: “Valuteremo i curricula, non ha importanza se un assessore arriverà da Catanzaro o Bolzano”.

Spunti e riflessioni dal dibattito organizzato dall’Associazione “Savona Civica” presso il teatro Sacco di via Quarda Superiore. Titolo della serata: “La città tra rinnovamento ed etica”.

Le sorprese arrivano sulle domande personali e in stile Rischiatutto: nessuna risposta della democratica Cristina Battaglia e del candidato di sinistra Marco Ravera sulla figura dello storico sindaco Luigi Corsi, imbarazzo tra Frumento, Barisone e la candidata civica Daniela Pongiglione sull’esatto numero di assessori regionali provenienti dal savonese: uno, Stefano Mai. Invece, la simpatia di Cicciolin, salvano Diaspro e Caprioglio: “È la maschera di Savona”.

Solo Barisone fa un nome alla domanda relativa al migliore candidato in campo al di là della proposta personale: “Giancarlo Frumento per la sua coerenza”.

Nelle prove singole Ilaria Caprioglio anticipa che in caso di avviso di garanzia si dimetterebbe e chiederebbe lo stesso trattamento a un suo candidato, Cristina Battaglia critica l’attuale sindaco per poca intraprendenza nel catturare fondi europei, Salvatore Diaspro sull’apparente disparità Parma-Livorno rimarca che nel Movimento Cinque Stelle le regole si rispettano per davvero, Daniela Pongiglione sottolinea che ambiente e salute vengono prima di ogni cosa attaccando i sindacati su numerosi casi industriali del savonese.

Poi c’è spazio pure per i temi più economici: la Margonara è proprio da non fare? Eventualmente il porticciolo va fatto altrove? Quale giudizio sulla portualità, esiste un rischio che Savona diventi delegazione di Genova?

Barisone: “Non siamo contro i porti turistici, ma bisogna capire quanti ne servono, quante sono le domande reali. Altra cosa è il fatto della postazione dove viene fatto. Se sono stati fatti degli errori, giusto individuare le responsabilità. Sì alla autorità portuale unica, del nord del Mediterraneo. Il lavoro è uguale da tutte le parti”.

Battaglia: “Su Margonara, un dato di verità: c’è una sentenza del Consiglio di Stato. Bisogna chiedere molto rapidamente all’ing. Gambardella se intende ancora presentare un progetto. Su quel progetto bisogna poter dare tutte le indicazioni e le prescrizioni. Dev’essere un progetto, se lui lo vuole fare – e ci sono le condizioni per farlo, a meno che non vogliamo pagare un rimborso milionario – per la città. È chiaro che ci devono essere proposte anche di siti alternativi, una può essere Miramare. Autorità Portuale: bisogna affrontare in questa fase, la fase legislativa in commissione in parlamento sulla riforma portuale. Il tema è trasformare una cosa che indebolirebbe molto Savona, ridurla a un semplice ufficio a direzione di scalo nell’ambito dell’autorità di sistema, difendere autonomia finanziaria, di investimenti, organizzativa del Porto di Savona”.

Caprioglio: “La parte a Levante di Savona, l’ingresso della Città deve essere comunque riqualificato. C’è una sentenza del Consiglio di Stato, vediamo se sarà presentato un progetto. Una riqualificazione di quel waterfront va assolutamente fatta, ma va vista in una complessità che parta da lì, dalle funivie, dal San Giacomo e dal Miramare. Va visto tutto insieme. Per l’accorpamento Porto, il Porto è stato ‘venduto’ dalla precedente amministrazione, non c’è stato molto interessamento da parte del Sindaco. Ora c’è la proroga, vediamo cosa accadrà in questi anni. La realtà del nostro Porto è molto importante, dà un indotto di circa 8000 tra fissi e interinali”.

Diaspro: Dietro il progetto della Margonara c’è l’ennesima speculazione edilizia. Il comune ha la possibilità e gli strumenti tecnici per togliere questo interesse. Se c’è bisogno di nuovi posti barca, si possono localizzare nella zona Miramare, abbattendo il terminal delle funivie, creando posti barca. Un’opera a impatto zero, a bassissimo costo. Per la riforma dei porti, mi comporterò diversamente da Berruti, che diceva di annoiarsi nei Comitati Portuali. La partecipazione è essenziale, per evitare che con questa riforma il porto di Savona diventi subordinato a quello di Genova.

Frumento: “Previo un accordo con l’ing. Gambardella, io demolirei la stazione delle funivie e lì farei, al Miramare, il porto turistico, collegato col San Giacomo ristrutturato. Sulla autonomia portuale, devo dire che io ho presentato un ordine del giorno contro la perdita dell’autonomia del porto di Savona, e tre gruppi consiliari mi hanno votato contro. Due di questi hanno cambiato idea. Ok all’accorpamento, ma deve essere nominato un savonese a capo della cosa”.

Pongiglione: “Dietro alla sentenza di Gambardella c’è una gravissima responsabilità di Autorità Portuale e di Regione. Sono sottolineate questa responsabilità. Il porto non si deve fare, stiamo lottando contro dal 1998. La sentenza indica come possibile sito alternativo quello nell’area Miramare. Circa trent’anni fa ci fu un concorso di idee per la riqualificazione, Gambardella potrebbe riqualificare quello come oneri di urbanizzazione. In nome della razionalizzazione e del risparmio, l’unificazione delle autorità portuali tra Genova e Savona si deve, mantenendo l’autonomia di Savona”.

Ravera: “La riforma dei porti è l’ennesima riforma pasticciata del governo Renzi, dopo la finta riforma delle province. Una riforma andava fatta, ma non in questo modo, che sembra un’annessione con Genova. Savona non può essere privata della sua autonomia. Questo non vuol dire essere a favore di ogni progetto dell’Autorità Portuale. Da sempre gli ambientalisti lottano contro la speculazione e il cemento nella zona della Margonara. Si può fare nella zona Miramare”.

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