È probabile una imminente visita a Savona del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, nella giornata di venerdì 20 novembre. La notizia emerge da una nota diffusa dall’on. Anna Giacobbe, nella quale la parlamentare ligure del Partito Democratico chiede garanzie e rassicurazioni sulla riforma dei porti promossa dal Governo.
“Ha fatto bene il sindaco di Savona ad assumere l’iniziativa sulle questioni portuali, a dire con chiarezza che ci sono questioni di sostanza che devono essere risolte. Sono esattamente quelle che hanno motivato in tutti questi mesi il dissenso della comunità savonese sulla scelta di accorpamento a Genova; questioni di sostanza, che riguardano il futuro economico del savonese e la qualità della vita di città che vivono attaccate al porto. Non un problema di poltrone, insomma, come abbiamo letto in qualche commento superficiale”, afferma Anna Giacobbe.
La deputata chiede un confronto con il territorio
“Le regole d’ingaggio di un accorpamento a Genova, allo stato delle cose, non sono affatto chiare; nulla di rassicurante. Si pensa di mettere nero su bianco garanzie e patti? Prima ancora di questo, deve essere fatto quello che non è stato fatto sinora: discutere con la nostra comunità, che si è dimostrata molto attenta e preoccupata, unita in questa grande preoccupazione; sforzarsi di capire quali problemi e quali opportunità vere ci siano a Savona e Vado, dire in esplicito come sarà garantito che quelle opportunità porteranno ricchezza e lavoro per chi qui ci vive. E magari spiegarci perché non si prenda in considerazione l’ipotesi di una autorità per il sistema Ligure”.
L’on. Giacobbe confida “che il ministro Del Rio venga in Liguria, a fine settimana, con questo spirito e queste intenzioni”.
“Oltre alle questioni che riguardano nello specifico il nostro porto, al momento non sono noti i contenuti del provvedimento che istituirà le Autorità di Sistema Portuale, quali poteri affiderà a quelle e quali prerogative rimarranno alle Direzioni di scalo: sono girate ipotesi secondo le quali i proventi dell’autonomia fiscale dei porti sarebbero suddivisi tra il porto interessato e l’autorità di sistema al 50%; ma questo è un altro punto tutt’altro che chiaro”, conclude la nota.