Non un battaglia di campanile, ma una richiesta di attenzione per la salvaguardia delle eccellenze del porto e del territorio di Savona. SVolta.net riporta l’intervento integrale di Gian Luigi Miazza, Presidente dell’Autorità Portuale di Savona, nell’ambito dell’incontro sulla riforma dei porti con l’on. Debora Serracchiani, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e Vice Segretario Nazionale del Partito Democratico responsabile ai trasporti e alle infrastrutture.
“Grazie per il vostro invito. Grazie e complimenti per i concetti e i numeri, la preparazione che avete sviluppato. Mi ero preparato intervento nel quale molte cose sono state dette, è stato inquadrato molto l’argomento. Sono molto contento di essere qui, al fianco di Debora, che ho avuto onore di conoscere Debora qualche anno fa in vicende analoghe legate a diverse tipologie di riforme che nel tempo si sono protratte.
Negli ultimi tre anni, più volte si è parlato di questo argomento. Devo dire di aver trovato un interlocutore che riflette, che ha studiato e che ha capito, che ha visto e che mi ha trasmesso quella serenità che da un anno trasmetto – tenendo conto quello che interessa al porto di Savona è completare la fase di investimenti, che è un aspetto molto importante. L’intervento che ha fatto il nostro Premier a Genova nel mese di luglio, in occasione della presentazione del Piano Nazionale della Portualità è stato molto chiaro: Renzi ha detto che sarà data attenzione ai progetti di investimento nell’ambito della realizzazione delle riforme che saranno fatte, poche chiacchiere, l’attenzione agli investimenti nuovi soprattutto quelli che creano posti di lavoro – e qua ne abbiamo uno molto interessante – attenzione agli investitori privati, sia esteri che nazionali, che sono un patrimonio per la nostra economia in grande crisi, nel senso che dal 2007 al 2013 abbiamo perso numeri importantissimi, operare le semplificazioni amministrative, e interventi sulla governance. Elencati in questo modo. In ultimo, attenzione al lavoro portuale, che è la vera anima di tutte le vicende che naturalmente caratterizzano i numeri che sono stati dati.
Ciò che ha detto il Ministro è condivisibile, l’eliminazione dei campanili, premiare l’efficienza, i porti italiani che lavorano, attenzione alla crescita del nostro sistema portuale, naturalmente attraverso la realizzazione degli investimenti e a migliorare le nostre performance. Ecco, in tutto questo è chiaro che le riforme che dovranno essere varate dovranno porre attenzione: il nostro grido d’allarme spesso era per paura che non ci fosse questo tipo di attenzione. Oggi non sono in grado di dire cosa contengono o cosa conterranno i decreti, perché non li conosco ovviamente. Ho sentito alcuni passaggi in varie situazioni che non so se corrispondono al vero, che potrebbero anche tranquillizzarci su quello che sarà il lavoro che stiamo facendo. Però credo che anche la riforma dovrebbe essere impostata su questi punti, partendo dalla cosa interessante che Palazzo Chigi sviluppò, che è il comma bis della legge 29, sul quale delle commissioni di Palazzo Chigi vennero in tutte le Autorità Portuale per fare una fotografia puntuale di quanto si sta facendo, in che termini e quando finiranno gli investimenti che stai programmando. Questo risultato avrebbe dovuto dare una mano a sviluppare quelle sensibilità di cui ho fatto cenno prima. Esso consegnerà a Savona e alla Liguria sicuramente un ruolo rilevante: i numeri di Savona sono in un panorama nazionale di assoluto rilievo.
Dal punto di vista pratico, Savona ha 820 milioni di investimenti che sta realizzando sul nostro territorio, con molta fatica, ma sono tutti in pista. La prima nave, se non abbiamo sfortune particolari, la portiamo nella primavera del 2018, con 650 nuovi posti di lavoro almeno, e possibilmente numeri più ampi, e con tutta una serie di attività che stiamo facendo, in un territorio che ha problematiche notevoli, a partire da quelle di tipo sociale, le vertenze in corso, problematiche per alcune aziende, la deindustrializzazione e una serie di situazioni che stiamo cercando di affrontare. C’è da dire che l’unione che abbiamo fatto con il sistema politico, degli enti territoriali, con le organizzazioni sindacali, con i lavoratori, ci ha permesso oggi di portare avanti tutti questi cantieri in un modo dove la linea del traguardo è visibile. Vorrei sottolineare anche che il Porto di Savona negli anni ha realizzato e sta realizzando sistemi che sono di assoluto riferimento per la portualità italiana: mi riferisco in principal modo al Terminal Crociere, la parte crocieristica. Sottolineo che oggi la Regione Liguria per la prima volta è la prima regione italiana in ambito crocieristico. Le nostre strutture sono prese ad esempio a livello internazionale, e recentemente Civitavecchia ha presentato due palacrociere che sono assolutamente derivanti dai nostri. La parte relativa ai contenitori avrà un fiore all’occhiello, che è quello che stiamo costruendo, al livello di gateway, qualcosa che adesso non esiste in Italia, si sta lavorando in Europa su cose simile. Abbiamo strumenti come la politica sulle ferrovie legando i binari da Savona a Vado direttamente su Parco Doria in gestione all’Autorità Portuale con nostri mezzi, che costituisce un altro elemento qualificante per il nostro futuro. Abbiamo dal punto di vista operativo ulteriormente la parte interporti: abbiamo l’unico interporto della Liguria, Vado, che è un interporto core, che stiamo legando con un aspetto sistemico a tutti gli interporti piemontesi, Sito, Mondovì, Rivalta, e con alcuni lombardi, tutto questo sarà oggetto di consuntivazioni puntuali che permetteranno di crescere contemporaneamente a tutti gli altri interporti, facendo rete, come prevede il nostro piano, essendo uniti anche fisicamente con strade autostrade e ferrovie, cose che già esistono e sono praticabili, perché dal punto di vista pratico non abbiamo bisogno di investimenti ulteriori per realizzare questo tipo di passaggio. Il trattamento rifiuti, un altro fiore all’occhiello che abbiamo: Savona viaggia con circa l’80% di differenziata, numero piuttosto interessante. Abbiamo anche un trattamento rinfuse che, per la prima volta in Italia, porta dalla pancia della nave al magazzino la totale segregazione delle stesse. Questo rappresenta un elemento di grande puntualità, a livello ambientale, che avrà la giusta valutazione negli anni futuri. Tutto questo è già stato fatto, è un patrimonio. Oggi la nostra preoccupazione non è quella dell’Autorità Portuale di Savona di salvaguardare un’autonomia, ma quella di costruire, come prevede il nostro piano, un sistema efficiente ed efficace.
Credo che la domanda a quale rispondere sia: “Perché non si può ragionare per realizzare un distretto dei porti liguri?”. Tre porti internazionali, oltre 50 terminal privati, 4 milioni e mezzo di passeggeri. Mi chiedo come mai questo non possa essere affrontato, perché rappresenterebbe un valore aggiunto interessantissimo non solo per la nostra regione, perché oggi delle 600 mila persone che lavorano in Liguria, 50 mila lavorano nei porti. Nel nostro sono circa 8 mila, 2500 fissi, 5500 derivanti da imprese che lavorano dentro. Sono numeri importantissimi, la vera economia sta lì. Dunque, perché non programmare davvero il nostro futuro a livello di piani regolatori portuali, a livello di infrastrutture, in modo organico e regionale? Questa è una domanda alla quale non ho mai udito risposte, che vorrebbe dire diminuire ulteriormente quelle che sono le proposte delle autorità portuali di sistema. In Europa funziona esattamente così per la maggior parte dei Paesi. La programmazione regionale, il coordinamento, è una delle caratteristiche di quasi tutti i paesi d’Europa, anche quelli presi come esempio e benchmark. Io ho prodotto un biglietto da visita, che lascio a tutti gli interessati, che rappresenta che cos’è il porto di Savona oggi, dal punto di vista numerico: c’è scritto ciò che siamo e ciò che saremo con la realizzazione della piattaforma entro la primavera 2018.
Avremo la possibilità di essere un porto core per i numeri che avremo, perché mi sembra che si sia usato quel criterio. Questo è un valore aggiunto anche per il sistema di porti liguri. Avremo la possibilità, se questo sarà deciso, anche al terzo corridoio Torino-Lione, che consentirebbe alla Liguria di avere tre porti con tre corridoi collegati, quindi tre possibili vie legate a finanziamenti esiziali. Credo che questo sia un patrimonio da non disperdere. Da qui parte la sfida: qualsiasi tipo di riforma e intervento verrà fatto dovrà consegnarci un aspetto quanto meno migliore di quello attuale. Io sono ottimista e continuo a esserlo, perché dico che gli interlocutori che ho conosciuto nel mio recente passato, e con i quali ho parlato di questi argomenti, li ho trovati assolutamente coesi nell’andare in questa direzione”