Pagamento dell’equo compenso IMAIE, gli albergatori della provincia di Savona non ci stanno e scrivono una missiva a Matteo Renzi. Angelo Berlangieri, Presidente dell’Unione Provinciale degli Albergatori della Provincia di Savona, ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio, per evidenziare le forti perplessità della categoria riguardo al versamento dell’equo compenso per IMAIE (Istituto mutualistico Artisti Interpreti o Esecutori) agli attori per la diffusione televisiva di film e di fiction.
“Nelle ultime settimane, ai già numerosi adempimenti e oneri cui gli albergatori sono sottoposti per il solo fatto di fornire come servizio di ospitalità l’uso della televisione nelle camere e nelle sale comuni, se ne è aggiunto uno del tutto inaspettato che ha fatto traboccare la goccia dal vaso della pazienza”, afferma Berlangieri. “Si tratta di un onere economico di incidenza del tutto modesta che si fonda, in linea generale, sulla tutela di un giusto diritto, quello degli interpreti ed esecutori di opere cinematografiche – e simili – a un equo compenso in conseguenza della distribuzione e diffusione delle opere stesse”.
“Ciò che è intollerabile e ingiustificabile”, prosegue l’ex Assessore a Turismo, Cultura, Spettacolo della Regione Liguria, “è che tra le modalità di diffusione per cui si genera il diritto sia compreso il fatto che negli alberghi vi siano dei televisori attraverso i quali vengono trasmesse opere cinematografiche dalle diverse reti televisive nazionali e non: per il solo fatto di possedere dei televisori che gli ospiti possono accendere per guardare programmi tra cui film, sceneggiati e simili sui canali televisivi, gli albergatori dovrebbero riconoscere una quota annua agli enti che rappresentano interpreti ed esecutori”.
“La pretesa è intollerabile”, nota ancora il Presidente degli albergatori savonesi, “non tanto da un punto di vista dell’onere economico, che come detto è modesto, ma per una serie di questioni di principio fondamentali: gli albergatori già pagano alle reti televisive canoni e abbonamenti maggiorati, proprio in quanto pubblici esercizi, e le stesse reti a loro volta pagano diritti agli autori, ai produttori e agli interpreti/esecutori dei programmi – compresi film e simili – che trasmettono. Dunque, perché gli albergatori dovrebbero pagare di nuovo gli stessi diritti già pagati dalle reti? Gli albergatori ad oggi, già pagano per i televisori posseduti i diritti d’autore e i diritti ai produttori di fonogrammi. Perché aggiungere un altro onere e adempimento?”.
“Il fondamento del diritto ovvero che la trasmissione di film e simili attraverso i televisori sia un fatto economicamente rilevante oltre che assurdo rasenta il ridicolo”, aggiunge. “Qualcuno può pensare che un turista scelga di soggiornare in un albergo perché così ha la possibilità di vedere un determinato film? La presenza della televisione in camera è motivazione di viaggio o soggiorno? Il turismo è un’economia che genera circa il 10% del PIL nazionale e va trattata in modo serio. Le TV in camera sono uno dei tanti servizi di ospitalità alberghiera, non certo un fattore di competitività o di ritorno economico diretto o indiretto. In un paese ‘normale’, nel rispetto dei diritti e doveri di tutti gli alberghi pagano solo canoni, abbonamenti e diritti d’autore, mentre le reti televisive, per la quali effettivamente la tipologia di film trasmessa ha una rilevanza economica in termini di audience e conseguenti flussi pubblicitari, riconoscono l’equo compenso agli interpreti ed esecutori”.
Per questi motivi, l’UPASV si è rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri, al fine di chiedergli di adottare “un provvedimento che escluda da questo ingiusto onere gli alberghi, consapevoli peraltro di non arrecare danno né allo Stato – che nulla percepisce – né di fatto ai beneficiari del diritto, con un importo pro capite poco significativo che appare inferiore ai costi sopportati per fare fronte a questo ennesimo adempimento burocratico”.