Proteggere il pesto da ogni tipo di contraffazione e valorizzarlo anche per attrarre turisti. La Regione Liguria continua nella richiesta all’UNESCO del pesto quale patrimonio dell’umanità, un bene immateriale che va salvaguardato come cibo particolare elaborato nel corso dei secoli. Lo ha ribadito l’assessore alla cultura Ilaria Cavo all’Expo nel corso del convegno, all’Auditorium di Palazzo Italia, sul pesto genovese al mortaio alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Stefano Mai del presidente della Camera di Commercio di Genova Paolo Odone, del neonato Consorzio produttori di pesto genovesi Palatifini.
Un’occasione per ribadire la richiesta di riconoscimento della tipica salsa ligure portata avanti da un’iniziativa congiunta di Regione, Comune e Camera di Commercio per contrastare ogni tipo di abuso e contraffazione.
“Andiamo avanti per ottenere questo riconoscimento per il pesto al mortaio – ha ribadito l’assessore Cavo – che rappresenta un aspetto culturale importante, al pari di altre iniziative e un punto di partenza per valorizzare le nostre tradizioni e la nostra cultura da difendere e promuovere”. “Crediamo molto in questa candidatura – ha ribadito l’assessore Mai – la Liguria è la regione del pesto, dietro al quale c’è un’arte, una tradizione secolare, la fatica dei nostri avi e non solo un fattore agricolo. Pensiamo che la candidatura a patrimonio immateriale Unesco possa funzionare da volano per tutto il settore agricolo regionale e da stimolo alle nostre imprese. L’agricoltura ligure, nonostante le molte difficoltà che i nostri imprenditori-eroi devono affrontare ogni giorno, ha molte potenzialità ancora da esprimere. Da ottobre, col nuovo Piano di sviluppo rurale e i nuovi bandi auspichiamo di fornire strumenti adeguati alle aziende per lavorare e crescere”.