Gli ultimi dati regionali diffusi dall’Istat, relativi al 2014, registrano in Italia un tasso di disoccupazione giovanile pari al 42,7% e per la Liguria sale al 45%, valore che si discosta molto dalla media dell’area settentrionale del paese e si avvicina a quella centro-meridionale.
A fronte di questa situazione, cresce il numero di giovani che provano a “mettersi in proprio”: nel 1° trimestre 2015, su oltre 3mila imprese liguri nate, 943 hanno alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni di età, 41 in più rispetto allo stesso trimestre del 2014. Il saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni continua a crescere, +445 imprese.
Nel panorama nazionale la Liguria si posiziona al 4° posto per il tasso di crescita delle imprese giovanili (3,1%), in aumento di mezzo punto percentuale rispetto al 1° trimestre 2014. Guidano la classifica Trentino Alto Adige, Sardegna e Lazio.
Dalla analisi settoriale si evince che i giovani liguri scelgono di cimentarsi prevalentemente nel comparto edile, seppur in contrazione rispetto allo stesso trimestre del 2014 (-6,6%), seguito dal commercio (+1,8%) e dalle attività turistiche (+5,7%).
Curiosità: l’ambiente sembra appassionare il mondo dei giovani, in particolare la gestione dei rifiuti, tema molto delicato e nello stesso tempo in continua evoluzione, soprattutto per quanto riguarda gli adempimenti a carico delle imprese. Il sistema camerale ligure, a questo proposito, da anni è attiva sul fronte dell’assistenza realizzando seminari con l’obiettivo di fornire un’adeguata e corretta formazione all’utenza.
La provincia di Genova registra un tasso di natalità che raggiunge il 7%, 6 decimi di punto in più rispetto alla media regionale, un tasso di mortalità pari al 3,3% e il tasso di sviluppo più alto, +3,7%, frutto del rapporto tra il saldo e le imprese giovanili registrate nel trimestre precedente; segue La Spezia con un tasso di sviluppo pari a +3,4%. Nel ponente ligure il tasso di sviluppo si colloca al di sotto della media regionale (Savona +2,4% e Imperia +1,7%).
Se si analizza l’incidenza delle imprese “under 35” sul totale delle imprese, La Spezia figura al primo posto con il 10% e un numero di imprese attive sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo del 2014; seguono Savona, con un peso pari al 9,1%, ma con un ridimensionamento numerico del 2,7%, Genova con un’incidenza dell’8,5% e una variazione positiva del numero di imprese attive (+1,1%) e infine Imperia che tra le quattro province è quella che “perde” più imprese (-4,6% rispetto al 2014) e dove solo 6 imprese su 100 sono giovanili.
I giovani tendenzialmente scelgono di avviare un’attività preferendo come forma giuridica la ditta individuale, oltre l’80%, pur se in calo dell’1,4% rispetto al 1° trimestre 2014; in diminuzione anche le società di persone (-6,3%), forma scelta dall’8,2% delle imprese giovanili; trend positivo per le società di capitale (+13,8%) che rappresentano il 7,7% del totale mentre per le altre forme giuridiche la situazione rimane stabile, anche se cresce la tendenza ad associarsi in consorzi.
Riguardo agli addetti nelle imprese giovanili liguri, questi rappresentano il 4,7% del totale degli addetti, al di sopra della media nazionale (4,6%), e registrano un calo del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2014. A livello provinciale Imperia e La Spezia concentrano la più alta quota di addetti sul totale (6,1%), seguite da Savona (4,9%) e Genova (4,0%).
Per concludere qualche dato sulle imprese giovanili femminili e straniere. 1 impresa giovanile su 4 è femminile: anche in questo caso è la provincia della Spezia a guidare la classifica con un peso% pari al 29%. Di contro l’incidenza più bassa si registra a Imperia (24,6%). Il 33,1% delle imprese giovanili liguri è rappresentato da imprese straniere: la situazione provinciale è specularmente opposta rispetto a quelle “rosa”, infatti la maggiore concentrazione si registra a Imperia (39,3%) e la più bassa a La Spezia (27,0%).