Sono preoccupanti le analisi della presidente della sezione autotrasporto dell’Unione Industriali di Savona, Agnese Bellini, e del vice presidente sezione ambiente Uisv, Corrado Ivaldi. A Svolta.net sintetizzano l’ansia di un comparto che sconta le pesanti conseguenze di caro gasolio, rincari autostradali, tempi infiniti per revisioni dei mezzi e accesso a nuove patenti di guida.
La visione di Bellini anche membro del cda Tpl Linea:
“I nostri autobus consumano 3 milioni di litri di gasolio l’anno, di cui circa 2 milioni e 700 mila litri interni – ovvero con rifornimento presso le nostre cisterne aziendali – ed i restanti 300 mila litri esterni, ovvero direttamente alla pompa presso i distributori. Da un’analisi del costo medio mensile al litro del gasolio interno degli ultimi anni si evince una preoccupante escalation dei costi del carburante, andati da una media di 1,13 euro al litro nel corso del 2021 – con incrementi consistenti già a partire dalla fine dello stesso anno – ad una media di 1,41 euro al litro nel corso del 2022 (costi, tutti, espressi al netto dell’Iva). L’incremento dei costi del carburante registrato dal 2021 al 2022 è stato, quindi, pari al 25%, tradotti in circa 800 mila euro di costi ulteriori per la nostra azienda. Tali aumenti con l’inizio del 2023 non sembrano placarsi e sono preoccupanti per un settore come quello del trasporto pubblico che dispone di una flotta di circa 200 autobus di linea che circolano quotidianamente – circa 250 se si considerano anche scuolabus e noleggi – alimentata pressoché al 100% da gasolio che, non a caso, rappresenta la principale voce di costo dopo quella per il personale. Il prezzo del carburante, ormai da tempo fuori controllo, sta incidendo in maniera sempre più consistente e preoccupante altresì sulle casse aziendali dei trasportatori privati, in conto proprio ed in conto terzi. I nostri Associati ci segnalano uno scenario drastico, in cui al tema centrale del caro gasolio si affiancano aumenti di costi rilevanti dei pedaggi autostradali oltreché costi eccessivi per le patenti, nel nostro Paesi più elevati, con conseguente carenza di autisti. E’ di fondamentale importanza a questo punto, se non azzerare, quantomeno attenuare la dinamica di incremento dei costi del carburante e la pressione sui conti aziendali. Auspichiamo e reclamiamo interventi che possano ripristinare prezzi calmierati per il settore dell’autotrasporto, sempre più fragile, uscito da poco dalla pandemia e, purtroppo, ancora alle prese con i rincari energetici”.
Ivaldi pone l’accento sugli aspetti più gravi per il comparto privato: “E’ stato ripristinato lo sgravio di 0,214 centesimi che su un prezzo al litro di 1,9 non ha alcun senso. A tutto questo, per il comparto dell’autotrasporto, si sommano i rincari autostradali che, per chi opera a Ponente, complice il cantiere di Arenzano, hanno provocato la rinuncia a operazioni con il Porto di Genova. La tariffa del tunnel del Frejus è aumentata del 7,5% rispetto allo scorso anno, molto meno sul versante francese. Inoltre, ci sono due argomenti passati sotto silenzio. Il primo è legato ai pesanti disagi delle revisioni con la presenza di un solo ingegnere per la provincia di Savona e il conseguente obbligo a tenere fermi i nostro mezzi in attesa della revisione. In seconda battuta, i tempi infiniti per acquisire le patenti di guida che, sommati ai costi, impongono la rinuncia per molti giovani. Sul fronte del trasporto rifiuti speciali, poi, in Italia, occorrono 9 mesi per raggiungere l’idoneità. Svizzera e Slovenia impiegano un corso di un fine settimana”.