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Progetti, sogni e timori del direttore del Campus: “Serve più partecipazione”

Le infrastrutture e i collegamenti carenti mettono a dura prova anche la vita dell’Università. Lo rivela il direttore del Campus di Savona, Marco Testa, rispolverando un vecchio aneddoto di quando alcuni studenti, di concerto con i professori, esaminarono l’idea di un pub per far vivere il polo di Legino. Gli orari serale dei treni per ponente e levante smorzarono, da subito, qualsiasi ambizione.
Nel frattempo, il professor Marco Testa, fisioterapista con laurea in scienze motorie, guida la struttura ponentina all’interno dell’Ateneo genovese: 2000 studenti, corsi in scienze della comunicazione, ingegneria meccanica, scienze motorie trainano le presenze insieme a perle della didattica come il master in riabilitazione dei disordini muscolo scheletrici.
Il futuro? Testa non ha dubbi nel mostrarsi ottimista tracciando un disegno di Campus sempre più rivolto al turismo sostenibile. A questo aspetto, l’intenzione netta di un investimento deciso sull’ambito della prevenzione:
“Attenzione al lato dell’alimentazione nonché alla grande sfida delle malattie degenerative. Un esempio per tutti, la crescita esponenziale di popolazione affetta da diabete”.
Tuttavia, il delegato del rettore per Savona, chiede alle aziende presenti ancora maggiore coinvolgimento nella vita del polo di Legino e al tempo stesso la preoccupazione resta legata dal ripristino di una vera partecipazione alle attività di studenti e città. Ascolta un passaggio dell’intervista video.
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