Al termine di una stagione estiva caratterizzata dalla pandemia, il bilancio per il settore del turismo in provincia di Savona è tutt’altro che roseo.
“Il settore alberghiero è in grande affanno” spiega Angelo Berlangieri, presidente dell’Unione Provinciale Albergatori di Savona. Il lockdown ha azzerato il fatturato delle imprese da fine febbraio fino al mese di giugno, ovvero quando è giunto il via libera per gli spostamenti tra regioni. Dopo mesi di timori e incertezze, le prenotazioni non si sono fatte attendere, tanto che il settore auspicava di recuperare parte degli affari con un turismo di prossimità. Tuttavia, è stata una falsa partenza: la pessima gestione della rete autostradale ha frustrato qualsiasi previsione ottimistica e il ping-pong tra Ministero e concessionari autostradali ha tarpato le ali agli albergatori “Ci siamo ritrovati con disdette dell’ultimo minuto perché i villeggianti erano bloccati tra Savona e Genova, sulla Torino-Savona o sulla A26. Per chi può permettersi di spostarsi solo il fine settimana questo è impensabile. È altrettanto paradossale che i lavori di adeguamento infrastrutturale siano iniziati solo a giugno, dopo anni di incuria. A luglio, mese nero per i disagi alla viabilità, abbiamo registrato il segno meno rispetto al 2019, mentre altre località balneari lavoravano a pieno ritmo” spiega la guida degli albergatori.
Ad avere la meglio in questo 2020 sono state le imprese dell’entroterra, seguendo il trend legato alle attività all’aria aperta. Poi la svolta:
“Agosto e settembre sono stati una boccata d’ossigeno e abbiamo sfruttato al meglio le potenzialità del territorio, dall’outdoor all’enogastronomia, grandi protagonisti di questa stagione” prosegue Berlangieri. Una buona notizia, che tuttavia non riesce a risollevare le sorti di una stagione costellata di difficoltà.
Il fatturato di agosto 2020 è appena in linea con quello dell’anno precedente: ciò significa che a fronte di un incremento rispetto alla primavera trascorsa sul balcone di casa, l’economia turistica non è riuscita a recuperare sei mesi di deficit alle spalle e questo sarà un duro colpo per tutte le attività stagionali di una regione in cui il turismo vale il 60% del Pil.
“Dopo una primavera da incubo era pressoché impossibile recuperare, si sarebbero dovuti registrare numeri di molto superiori a quelli che una stagione segnata da un’emergenza sanitaria poteva offrire. Le perdite oscillano tra il 35% e il 40%” aggiunge il numero uno degli albergatori savonesi.
Il turismo internazionale, che dopo tante difficoltà ha trovato a settembre la forza di imporsi, è ora bloccato dalle decisioni del governo italiano nei confronti della Francia, considerata ‘zona rossa’ e dal governo federale svizzero nei confronti della Liguria in particolare. Le proiezioni della categoria stimano circa 32 milioni di presenze in meno su tutto il territorio nazionale, con una forte recessione da parte delle città d’arte. Se ne riparlerà a fine anno, dopo aver superato lo scoglio dell’autunno, della riapertura delle scuole e del ritorno dell’influenza stagionale. Un segnale poco rassicurante quello di rimandare i ‘conti’ a dicembre, ma necessario per tentare di salvare un anno di crisi che ha messo in ginocchio il turismo.
“Un gioco pericoloso quello del ministero, che non ha ancora fornito i mezzi necessari per superare l’emergenza. I vertici non si rendono conto che se le attività non riaprono sono guai per tutti” conclude Berlangieri.