È stato presentato a Roma il caso di studio realizzato da Luiss Business School sul turnaround di Tirreno Power. Il caso è stato scelto come esempio di ristrutturazione complessa di successo e diviene un documento di studio a disposizione del circuito accademico internazionale. Nello studio viene ricostruita la storia e l’articolato intervento che management e azionisti hanno attuato sull’azienda elettrica che solo quattro anni fa era considerata un caso aziendale di difficile soluzione. Oggi, Tirreno Power rispetta tutti gli impegni assunti con le banche che hanno creduto nel suo rilancio ed è tornata in utile con un anno di anticipo rispetto al piano.
Nel 2014 il settore termoelettrico era attraversato da una perdurante crisi senza segni tangibili di ripresa. In quell’anno Tirreno Power, che aveva appena dichiarato il default di un debito delle dimensioni di 900 milioni di euro, veniva ulteriormente penalizzata dal sequestro degli impianti a carbone di Vado Ligure. A fine 2015, la società conclude l’accordo di ristrutturazione con gli istituti creditori gettando le basi per il rilancio. Successivamente attua una profonda ridefinizione degli assetti industriali con l’uscita definitiva dalla produzione a carbone, e organizzativi con la necessaria riduzione di più del 50% degli organici rispetto all’assetto pre crisi, caso unico nel settore elettrico. La gestione degli esuberi è stata resa socialmente sostenibile grazie a
un articolato accordo sindacale che prevedeva molteplici interventi a sostegno del reimpiego che ha portato ad azzerare i contenziosi.
Lo studio mette in evidenza diversi aspetti innovativi dell’articolato percorso di risanamento disegnato per dare un futuro e una prospettiva di sviluppo sostenibile all’azienda, un percorso condotto con il pieno coinvolgimento di tutte le parti interessate. Dice Fabrizio Allegra, direttore generale di Tirreno Power: “Le azioni intraprese hanno riguardato tutti gli ambiti della Società, da un focus specifico sull’efficienza operativa allo sviluppo
delle attività di energy management, alla ripresa degli investimenti per migliorare le performance impiantistiche, alla costruzione di un team fortemente motivato e pienamente coinvolto nella trasformazione dell’azienda. Il dialogo con tutti gli stakeholder e l’intensa collaborazione con le istituzioni di ogni livello sono stati alcuni degli elementi distintivi dell’intervento e la base per rifondare la reputazione aziendale, gravemente compromessa solo pochi anni fa”.
Lo studio mette poi in evidenza come il successo dell’attività che ha portato alle reindustrializzazione del sito di Vado Ligure sia il paradigma dell’intera operazione: grazie alle partnership attivate con industria e Università, da epicentro della crisi, la centrale è diventata volano di sviluppo per il territorio e un modello per l’uscita sostenibile dalla produzione a carbone.