Rappresenta il primo esempio di microrete energetica intelligente in Italia e funge da laboratorio per sperimentare il progetto smart city in futuro replicabile su più ampia scala. È la Smart Polygeneration Microgrid (Spm), realizzata presso il Campus universitario di Savona. Promossa dall’Università di Genova e sviluppata da Siemens è in grado di gestire in modo efficiente l’energia prodotta al suo interno, bilanciando generazione e carichi con conseguenti risparmi economici e riducendo l’impatto ambientale dal punto di vista delle emissioni di CO2. Il Campus è ora quasi completamente autonomo per consumi elettrici e riscaldamento, grazie al collegamento di diversi impianti di generazione, rinnovabili e ad alta efficienza, governati da un software centrale, per una capacità complessiva di 250 kW elettrici e 300 kW termici.
“Siamo primi in Italia e in Europa in un progetto dal grande valore scientifico in un settore strategico come le energie intelligenti. È stato realizzato un prototipo con un partner di livello mondiale e siamo molto soddisfatti del risultato. L’ottimizzazione dell’energia nei processi urbani rappresenta il futuro e sono convinto che potranno svilupparsi significative ricadute per le aziende legate al settore” sottolinea Alessandro Schiesaro presidente della Spes.
Il cuore della microrete è la sala di controllo situata sempre all’interno del Campus. Da qui è possibile supervisionare l’intero sistema e garantirne la gestione intelligente, seguendo strategie operative ideate e validate dall’Università di Genova. La piattaforma di energy management Dems sviluppata da Siemens permette di prevedere i consumi globali, la generazione da fonte rinnovabile e di effettuare la pianificazione dell’esercizio, controllando in tempo reale le unità di generazione tradizionali presenti in campo e ottimizzando i cicli di carica e scarica dei sistemi di accumulo per valorizzare al meglio la produzione da fonte rinnovabile.
“Siamo la prima Università ad avere energia con il microgrid, nell’ottica del risparmio e della riduzione di CO2. Le simulazioni effettuate hanno dato riscontri positivi sul fronte della diminuzione dei costi operativi” afferma Federico Delfino, responsabile scientifico per l’Università degli Studi di Genova del progetto Smart Polygeneration Microgrid.
All’impatto positivo sull’ambiente, con 120 t/anno in meno di emissioni di CO2, si uniscono vantaggi economici: grazie all’energia elettrica e termica autoprodotte è possibile ridurre i prelievi di elettricità dalla rete esterna e il consumo di gas nelle caldaie tradizionali per il riscaldamento degli ambienti. L’Ateneo può così impiegare più risorse nel finanziamento di integrazioni tecnologiche e impiantistiche, ma anche in attività di ricerca sperimentale e dimostrativa.
“Metteremo a frutto le esperienze di Savona nella sperimentazione di questa microgrid è quanto stiamo facendo a Torino, Milano e Genova come partner del progetto Smart city. Obiettivo, sviluppare iniziative future prima fra tutte Expo 2015” dichiara Federico Golla, amministratore delegato di Siemens.
Le componenti della micro rete si snodano all’interno del polo universitario e sono tre microturbine a gas ad alta efficienza e un chiller ad assorbimento per la produzione contemporanea di elettricità, calore per il riscaldamento in inverno ed energia frigorifera per il raffrescamento in estate. A esse si aggiungono una rete di teleriscaldamento, due colonnine di ricarica, due veicoli elettrici e due biciclette elettriche, tre parabole per la produzione di energia da solare a concentrazione, quattro quadri elettrici collegati tra loro ad anello, un sistema di accumulo elettrochimico in grado di bilanciare generazione e carichi e, se necessario, compensare gli sbilanciamenti dovuti alla variabilità della generazione da fonte rinnovabile, una dorsale di comunicazione basata su unità di raccolta dati, collocate nei quadri principali.
L’auspicio finale è quello del mondo politico, ribadito da Federico Berruti e Renzo Guccinelli rispettivamente sindaco di Savona e assessore regionale alle attività produttive: “Tenere insieme formazione, ricerca e imprese è stata la strada giusta. Confidiamo che arrivino applicazioni concrete per dare nuova occupazione al territorio savonese”.