Al Museo di Garlenda è arrivata un’ospite d’onore: è la 500 spiaggina del pittore Mario Berrino, che svernerà nei locali del “Dante Giacosa”. L’auto decapottabile, accompagnata dalla figlia Angela Berrino e guidata da suo marito, Michele Scofferi, presidente del Golf Club Garlenda, è arrivata sfidando la pioggia e portando una nota colorata in una giornata grigia. Ad accogliere l’attesa vettura erano presenti il conservatore del Museo della 500 Ugo Elio Giacobbe, il presidente fondatore, Domenico Romano e il vicepresidente Alessandro Scarpa. Si tratta di una particolare Jolly Ghia modello Spiaggina del 1957; l’auto fu acquistata dal pittore Berrino verso la fine degli anni ‘60 dal primo proprietario Alfredo Macchi, affezionato frequentatore di Alassio e del Caffè Roma, storico locale ed allora capitale della movida ligure. Dovendo lasciare Alassio, Alfredo insistette con Mario, pittore e patron del Caffè Roma, affinché la “adottasse”.
La 500 è diventata così una compagna per Mario, che le ha cambiato molti colori seguendo la sua ispirazione d’artista, dal bianco al giallo e all’azzurro: ora son 20 anni che è rossa. Mario Berrino aveva fatto mettere il falchetto sul cofano che muove le ali man mano che aumenta la velocità. Una simpatica personalizzazione più unica che rara che distingue questa mitica vettura. Altro oggetto degno di nota, una targa posta sul musetto: la targa del Principato di Seborga, per cui Berrino è stato il Primo Console. Angela ricorda con grande affetto il padre:
“Mio papà la usava sempre, tutti riconoscevano l’auto ad Alassio ed è bellissimo vedere le persone che ancora si fermano davanti alla Galleria per ammirarla e farle foto”.
Nel 2010 Mario Berrino, che era socio del Club, ha ottenuto dal Comune di Alassio l’autorizzazione a parcheggiare la propria 500 rossa davanti al suo Atelier di via Cavour 10, in pieno centro, diventando l’auto più fotografata della Liguria.
Il provvedimento, valido tutt’oggi come unica eccezione in tutta Alassio, era stato destinato per premiare l’attività di Berrino ed il lavoro svolto per far conoscere Alassio in tutto il mondo. Dopo la sua scomparsa, l’auto è passata alle cure delle figlie che ringraziamo di cuore per averla prestata al Museo, affinché possa raccontare la sua storia ai visitatori.