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2021, Alessandro Berta: “La ripresa sarà lenta, ma in porto c’è fiducia”

Rispetto all’originaria creazione risalente ai tempi del vice ministro ligure, Edoardo Rixi, e del sottosegretario, Teresa
Bellanova, la prima parte del mese di novembre ha portato l’annuncio da parte del vice presidente della commissione industria del Senato, Paolo Ripamonti, riguardo l’implementazione dei fondi destinati all’Area di Crisi Complessa
del Savonese:

“Dai 20 milioni di euro dell’inizio, abbiamo ratificato l’impegno perché a quella quota siano aggiunti 12 milioni. Il risultato è importante. Infatti, consente risposte quasi totali in riferimento alla graduatoria delle domande presentate a Invitalia”.

Tuttavia, il 2020 resterà l’anno orribile dell’economia. Dunque, se il presidente dell’Unione Industriali di Savona, Enrico Bertossi ha evidenziato la parziale tenuta del manifatturiero, non lo stesso andamento può essere registrato
dal fronte portuale: cuore pulsante di quella rinascita provinciale che ha tra Vado Ligure, la Valle Bormida e Villanova d’Albenga i poli al centro dell’attenzione.

L’analisi è affidata al direttore dell’associazione degli imprenditori savonesi, Alessandro Berta, componente del Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure occidentale, in rappresentanza del Comune di Savona:

“La situazione del nostro scalo, come per Genova, ha subito una forte penalizzazione dalla pandemia perché dopo aver lavorato, pienamente, fine alla conclusione di marzo, il porto ha subito la forte diminuzione del traffico internazionale delle merci. Lo stesso vale per traghetti e crociere. I primi hanno proseguito il proprio lavoro in autunno spostando circolazioni delle autostrade al mare. Le seconde hanno compiuto timidi tentativi di ripartenza, ma i numeri sono ancora lontani dalla normalità lasciata
alle spalle”.

Da qui il ragionamento legato alle prospettive. I punti interrogativi restano molteplici e dai moli del ponente ligure guardano al mondo. La riflessione di Alessandro Berta:

“Tutto dipende da come avverrà la ripresa, specialmente, tra Europa e America. Un dato legato, banalmente, anche a fattori quali l’apertura o meno dei negozi. In ogni caso, sarà una ripartenza lenta e non possiamo attenderci un primo semestre 2021 con segni positivi. Dobbiamo ragionare sul consolidamento di determinate situazioni, con l’obiettivo di portare a casa il minimo possibile risalendo lentamente la curva. Necessità di ulteriore pazienza”.

Per leggere qualche nota positiva, si volge lo sguardo ai nuovi investimenti vadesi:

“Confermo. Intanto, resta la consolazione, non marginale, legata al fatto che il lavoro nel porto di Savona abbia tenuto garantendo occupazione e salari alle famiglie. Le percentuali di cassa integrazione non hanno mai superato il 22% e nella media del lockdown non abbiamo mai superato quota 15%. Comunque andrà l’andamento 2021, possiamo stimare, fin d’ora, il raddoppio del tonnellaggio riferito alle movimentazioni dell’avveniristico terminal di Vado Ligure. Peraltro, lì, il comparto della frutta è l’unica merceologia ad aver tenuto, addirittura, registrando alcuni, piccoli aumenti. Proprio da quel sito giungono le prospettive più importanti e incoraggianti per i mesi futuri”.

(da Savona&Impresa)

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